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Il Pd tifa per Obama

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Massimo D'Alema ha scelto questa storica serata per avviare le trasmissioni di Red Tv, la «sua» creatura televisiva, evoluzione di Nessuno Tv. Una lunga maratona fino all'alba in diretta dal Caffè Letterario di via Ostiense. Walter Veltroni e Youdem Tv (la rete ufficiale del partito), invece, hanno richiamato tutti gli obamaniani al tempio di Adriano in piazza di Pietra. Anche qui si resta svegli tutta la notte in attesa di conoscere l'esito del voto. Insomma, si fa sul serio. Peccato, però, che mentre tutti si danno un gran da fare per far funzionare il circo mediatico allestito dal Pd, Walter e Massimo siano in altre faccende affaccendati. Il segretario appare in video intorno alle 21.30 ospite di Rula Jebreal su Red Tv, ma si tratta di un'intervista registrata qualche ora prima. Seduto comodamente alla sua scrivania con alle spalle in bella mostra un libro su John Fitzgerald Kennedy, Walter spiega al mondo quanto importante potrebbe essere la vittoria di Obama: «Se vincerà girerà pagina nella storia come ha fatto Kennedy. L'America è a un bivio nello scegliere tra un sentimento di paura o speranza». «Tutti sorridevano quando dicevo che Obama poteva essere candidato, e invece è stato così - racconta orgoglioso -. L'ho incontrato più volte, sono rimasto molto colpito dal suo discorso alla convention di Denver. Se si votasse in Europa, Obama avrebbe preso il 90%. L'opinione pubblica europea è rimasta molto affascinata dal viaggio di Obama, si sono viste le stesse scene viste con Kennedy. La vittoria di Obama lancerebbe un messaggio straordinario in Europa». Poi una stoccatina al Cavaliere: «Se vincesse McCain, Berlusconi sarebbe pronto a scendere dal carro di Obama. È incomprensibile che il premier possa professare le sue preferenze per Obama dopo essere stato negli Usa a celebrare i "successi" di George Bush. Purtroppo così vanno le cose nel mondo». L'intervista dura una ventina di minuti e sono le uniche parole che il segretario pronuncerà prima delle 23.30 quando riapparirà, stavolta in diretta, in televisione, ospite di Matrix su Canale 5. Al tempio di Adriano, dove l'ex conduttore televisivo Andrea Sarubbi (oggi deputato del Pd ndr) prova a far decollare la serata, Walter non arriverà che intorno dell'una. Prima viene la televisione. Poco male i presenti, che vengono accolti da due gigantografie di Obama (più piccolo c'è anche McCain ma la sua faccia viene casualmente nascosta da due colonne), si consolano mangiando hamburger e ali di pollo e bevendo Coca Cola. Tutto in perfetto american style. Diversa la festa dalemiana. Nessuna gigantografia, nessun video collegato con la Cnn e con altre reti americane, musica e cibi italiani (pasta fresca con olive e pomodorini e i tramezzini farciti). Ma Massimo dov'è? Per ora ha altro da fare. I suoi spiegano che ha trascorso la giornata all'estero, ma è tornato a Roma in tempo. Per cosa? Non certo per inaugurare Red Tv. L'ex vicepremier se ne sta comodo comodo nella tribuna Montemario dello stadio Olimpico a vedere la sua Roma. Altro che Obama, la vera priorità per D'Alema sono i giallorossi che, comunque, gli regalano la prima gioia della serata battendo il Chelsea 3-1. In fondo ne è valsa la pena. Espletati gli obblighi calcistici si può pensare alla politica. Dall'Olimpico Baffino se ne va al caffè Letterario dove arriva intorno alle 23.15 (più tardi sarà anche al tempio di Adriano). Il primo pensiero, visto il luogo, è per Obama: «Se vincerà sarà la fine di un'epoca. Io incrocio le dita, spero che il cambiamento arrivi, il mondo ne ha bisogno». Il secondo, però, è ancora per la Roma. «È stata una vittoria sontuosa - dice gongolando - che ha illuminato la serata. Ho goduto anche perché allo stadio insieme a me c'era Capello». La domanda, a questo punto, nasce spontanea: ma se Massimo e Walter non si curano delle feste che hanno organizzato chi è che fa gli onori di casa? La risposta è semplice: Piero Fassino. Un po' per competenza (è il ministro ombra degli Esteri) un po' perché, probabilmente, è l'unico disponibile a quest'ora, l'ex segretario si divide tra Red e Youdem. Prima è la diretta con Rula Jebreal e Carlo Rossella negli studi di Palazzo Grazioli. Poi una puntatina al tempio di Adriano dove, primo ospite della serata, viene accolto da un caloroso applauso. A tutti Fassino ripete che siamo davanti alla «chiusura di un ciclo». «Quand'anche vincesse Mc Cain - dice - la stagione aperta da Bush è comunque finita. Berlusconi è stato tra i più forti sostenitori del presidente uscente e la destra italiana si è identificata con lui. Se vincerà Barack Obama, di certo, dovrà fare i conti con questa nuova presidenza. Mi auguro che vinca Obama, con lui le cose possono cambiare, molto di più che con McCain. Ma in ogni caso il nuovo presidente dovrà fare i conti con la fine di un ciclo politico». Ma per Piero le fatiche non sono finite. Alle 23.15 è in televisione, a Porta a Porta. Deve sempre fare tutto lui.

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