Barack in testa Ma è suspence
In Kentucky e Georgia, invece, sarebbe in testa McCain. Incerto il risultato per l'Indiana. Non esistono ancora dati di affluenza precisi (vengono rilasciati solo alcune ore dopo la chiusura dei seggi) ma è facile prevedere che l'affluenza record del 2004 di 122 milioni di americani sarà facilmente battuta. Gli americani, per il 62% spinti dal fattore economico sono andati in massa a votare. Dopo due anni di campagna elettorale, migliaia di comizi, miliardi di dollari spesi dai candidati, decine di milioni di americani hanno finalmente potuto entrare in azione ieri per scegliere il successore di George W. Bush. La sfida finale tra gli ultimi due contendenti di questo sfibrante processo di eliminazione, il democratico Barack Obama e il repubblicano John McCain, sembrava avere un risultato scontato: tutti i sondaggi davano Obama in netto vantaggio su McCain. Ma con il passare delle ore le certezze iniziano a crollare ed è chiaro che solo il computo dei voti può rendere ufficiale, se i sondaggi non avranno sbagliato, l'evento storico destinato a chiudere questa campagna infinita: l'elezione, per la prima volta in 232 anni, di un presidente nero degli Stati Uniti d'America. Barack Obama si è recato a votare presto in una scuola di Chicago accompagnato dalla moglie Michelle e dalle figlie: «In viaggio finisce qui. È stato molto importante votare con le mie figlie» ha detto. Il senatore McCain ha votato a Phoenix in Arizona, con la moglie Cindy, prima di chiudere la sua campagna con due eventi finali, in Colorado e New Mexico. L'eroe del Vietnam ha invitato gli elettori a non fidarsi dei sondaggi che lo danno per battuto: «niente è inevitabile», ha detto. La sua vice Sarah Palin ha votato in Alaska, in jeans e giubbotto col cappuccio e col simbolo dello stato dell'Alaska, affermando di «sperare e credere» nella vittoria. «Prego per svegliarmi domani come vice-presidente eletto d'America», ha detto. Il vice democratico Jope Biden ha votato nel Delaware ammonendo scherzosamente, dopo, la madre: «Non dire ai giornalisti per chi hai votato». Bill e Hillary Clinton anno votato insieme a Chappaqua, nei pressi di New York. Hillary ha detto di «sentirsi molto bene per quello che sta per accadere». «Il sogno americano è ancora vivo - ha aggiunto l'ex-presidente - sono orgoglioso del ruolo giocato da Hillary». Oltre che per il presidente gli americani hanno votato per il rinnovo del Congresso (tutta la Camera ed un terzo del Senato), per 11 governatori su 50 e per una miriade di consultazioni statali e locali. I sondaggi vedono i democratici avanzare anche al Congresso con un guadagno di almeno una trentina di deputati mentre la battaglia al Senato è centrata sul numero 60: se il partito di Obama, che può contare adesso su 51 voti su 100, riuscirà a conquistare altri nove seggi al Senato avrà, con 60 voti, potere assoluto sul Congresso.