«La Finanziaria non si tocca»
Il punto sul quale ormai sembra esserci condivisione all'interno del governo è che i saldi del bilancio devono restare invariati. Se qualche novità deve arrivare occorrerà dunque tagliare da un'altra parte. Il premier Silvio Berlusconi e i ministri economici sono comunque al lavoro per cercare di evitare che la crisi finanziaria si abbatta sull'economia reale. Salvo sorprese, però, non sembra che oggi arrivi un nuovo provvedimento in Consiglio dei ministri; probabile invece che vi sarà solo un giro di tavolo. Il che non vuol dire certo che il governo stia con le mani in mano. Sono molteplici le linee lungo le quali ci si starebbe infatti muovendo: al primo posto resta la necessità di garantire la liquidità alle banche e alle imprese (anche attraverso il pacchetto "Scajola" (fondo di garanzia, consorzi Confidi); ormai certa poi l'estensione della proroga della detassazione del salario variabile (straordinari ma anche premi). Uno sconto che dovrebbe essere ampliato anche al pubblico impiego, almeno ad alcuni settori. La cifra non è ancora stata quantificata con esattezza, ma a conti fatti dovrebbe superare i due miliardi. Il terzo asse è quello che punta a sostenere la domanda pubblica anche attraverso le spese per gli investimenti, a partire da quelli infrastrutturali. Per questo capitolo è pronto un finanziamento di 16,3 miliardi di euro (che sarà all'esame del prossimo Cipe), che serviranno per sbloccare e completare grandi opere, e che si aggiungono ai 15 miliardi della linea di credito data dalla Bei. Fondi sufficienti per rilanciare Ponte dello Stretto, Mose, la Salerno-Reggio Calabria, ma anche i grandi valichi. Poi ci sono le famiglie. Allo studio il prestito da 5mila euro per ogni nuovo nato, al tasso fisso del 4% (dunque a un tasso in linea con l'attuale inflazione) e che verrebbe restituito in un periodo variabile di anni. In effetti farebbe parte di una serie di misure che riguardano le famiglie e che sono particolarmente care a Berlusconi. Ma i tecnici sarebbero al lavoro anche su un'altra novità: si starebbe sondando la possibilità di intervenire sulle tariffe di alcune voci, ipotizzando anche il blocco, che incidono sui bilanci degli italiani. Non si tratterebbe però, secondo quanto si apprende, di una strada che da percorrere con strumenti legislativi. Molto è comunque in mano al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che anche nell'incontro con imprenditori e categorie produttive, non si è lasciato sfuggire nessuna novità. Dieci secondi, tanto raccontano sia durato il suo intervento con grande sorpresa di Silvio Berlusconi. «La parola è d'argento. Il silenzio è d'oro», avrebbe detto il titolare del Tesoro. E di rimando il Cavaliere sarebbe sbottato: «È tirato pure sulle parole...». La riunione a Palazzo Chigi è dunque servita più ad ascoltare le richieste delle parti sociali che a anticipare gli interventi dell'Esecutivo. Il clima sarebbe stato però molto sereno e segnali positivi sarebbero arrivati anche dall'Abi. Su precisa richiesta del premier, il presidente Corrado Faissola avrebbe infatti rassicurato il tavolo, spiegando come da parte degli istituti di credito non sia in atto alcuna stretta nei confronti delle imprese. Stretta, avrebbe aggiunto, che non avverrà neanche in futuro. Un prestito di 5.000 euro per ogni nuovo nato rimborsabile con un interesse del 4% destinato a sostenere le famiglie più numerose: è una delle idee sulle quali il Governo sta lavorando per sostenere l'economia, soprattutto quella familiare, nata da Carlo Giovanardi e illustrata dal premier, Silvio Berlusconi, durante l'incontro a Palazzo Chigi con i rappresentanti delle imprese e del mondo bancario. Incontro che per il momento è apparso interlocutorio con il governo pronto ad ascoltare e le categorie che hanno ribadito le loro richieste a partire da una garanzia di liquidità. Il premier ha comunque invitato i partecipanti all'ottimismo raccontando anche un paio di barzellette ad inizio riunione per scaldare l'atmosfera. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, spiega nel suo intervento che «è vero che l'equilibrio di bilancio è fondamentale, ma in momenti come questo - sottolinea - è importante uno stimolo per l'economia reale». Gli industriali chiedono così che il tetto agli interessi passivi sia alzato, sia prevista la detassazione degli utili reinvestiti.