E la «nemica» Guzzanti torna in tv ad imitare il Cav

Lo fa ad Annozero, nei panni del premier Silvio Berlusconi. Sono passati circa quindici minuti dall'inizio della puntata e la comica appare sullo schermo con un doppipetto blu, mantello dorato e corona d'alloro in testa. È il primo di una serie di tre interventi registrati. La Guzzanti, in veste Giulio Cesare-Cavaliere parte subito dall'attualità. «Cossiga - esordisce - ha detto: "Ma perché non fate come abbiamo sempre fatto, cioè infiltrate la talpa in modo che poi sembra che gli studenti sono terroristi e mettono le bombe?" Ma a me devono spiegarmi perché devo mettere la talpa. Per cosa, che poi la devo candidare? Dio li fa e io me li accollo: sono credente ma c'è un limite. Abbia pazienza». Quindi, imitando la voce del premier, aggiunge: «Mi scusi, non voglio far sembrare gli studenti violenti, io ci tengo a sembrare io quello violento, questo io credo sia il massimo della gratificazione per un premier. Che quando dice una cosa è quella. Se posso prendermi un merito, visto che sono la modestia fatta persona: quando ho detto Milan l'ho fatto, ho detto governo e sono stato, ho fondato un giornale e l'hanno chiamato "Il Giornale", allora se il premier dice una cosa è quella, io con queste talpe non ce la faccio più, poi le devo candidare. Cosa ci faccio con tutti questi politici che ho messo in giro?». «Io - rincara la dose il finto Cavaliere - i politici li odio, ma non lo vada a dire che li odio perché non l'ho mai detto che li odio. Io li farei fuori, ta-ta-ta-ta, e non vada in giro a dire che ho fatto il gesto della mitraglietta perché non l'ho mai fatta la mitraglietta. Santoro - è l'escalation finale - per favore si contenga, Santoro, lei sta facendo un uso criminoso del servizio pubblico mettendo in giro cose che non ho mai detto. Si vergogni! Questo è il contradditorio in un Paese che non rispetta le regole democratiche, con l'opposizione che scende in piazza. E quella piazza gliela ho riempita anch'io, perché se non avessi detto quella cosa della polizia, che non l'ho detto, neanche si sarebbe riempita la piazza».