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Europee, il Cav: «O questa legge o resta la vecchia»

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Al segretario del Pd, infatti, sotto sotto, non dispiacerebbe la contestatissima abolizione delle preferenze. Così ieri Berlusconi ha lanciato la sua proposta: «È evidente che il progetto di legge parlamentare per le elezioni europee, proprio per la sua rilevanza politica, necessita della convergenza più ampia possibile delle forze parlamentari. Auspichiamo perciò — ha spiegato — che il Parlamento continui a lavorare per ricercare ogni soluzione possibile. Ma è altrettanto evidente che in mancanza di una convergenza si voterà con la legge esistente». Le modifiche più importanti del testo che arriverà la prossima settimana in aula alla Camera sono la soglia di sbarramento per i partiti che è stata fissata al 5 per cento, circoscrizioni elettorali meno ampie di quelle attuali e soprattutto l'eliminazione delle preferenze. I cittadini non sceglieranno più un nome da eleggere per il Parlamento europeo ma troveranno una lista di candidati scelti dai partiti. Esattamente come è accaduto alle ultime elezioni politiche di aprile. Ma proprio sull'abolizione delle preferenze anche nel Pdl c'è molto malumore. Specialmente nella parte di An che fa riferimento al sindaco di Roma Gianni Alemanno. Una ventina di parlamentari hanno infatti firmato un emendamento alla riforma che prevede due preferenze per circoscrizione. Tra i firmatari Silvano Moffa, Mario Landolfi, Barbara Saltamartini, Maurizio Leo, Gennaro Malgieri, Luca Bellotti, Edmondo Cirielli, Angela Napoli, Manlio Contento e Niccolò Cristaldi. Anche Fabio Rampelli e Marco Marsilio sarebbero pronti a sottoscrivere la proposta di modifica. Rampelli ha, però, pronta anche una proposta correttiva che prevede la preferenza unica ed è pronto a presentarla nel caso oggi la riunione dei capigruppo decida di riaprire il termine per gli emendamenti alla riforma. «Non è che noi siamo per le preferenze a ogni costo — puntualizza Rampelli — ma vogliamo che ci sia un meccanismo di salvaguardia della sovranità popolare. Le preferenze si possono anche accantonare, ma serve un meccanismo che saldi il gap tra i cittadini e gli eletti. O si fanno le primarie per legge o si riformano i partiti, ma se non si fa nulla in questo senso e i parlamentari vengono nominati, allora le preferenze sono l'unico baluardo che resta per far partecipare i cittadini, quindi non si possono accantonare». Ma tra i sostenitori delle preferenze si sta lavorando anche ad un'altra possibilità: far presentare una richiesta di voto segreto sul testo da parte dei parlamentari dell'Udc. E a quel punto ci potrebbe essere una maggioranza trasversale contraria alle modifiche della nuova legge.

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