L'amarezza di Napolitano per quel testo cambiato in corsa
Al Capo dello Stato l'esponente leghista aveva portato un testo che prevedeva uno sbarramento più basso, intorno al 3 per cento, e soprattutto manteneva le preferenze. Ora, invece, nel nuovo testo la soglia è stata elevata al 5 per cento e soprattutto sono comparse le liste bloccate, senza la possibilità per gli elettori di scegliere il proprio candidato. Così ieri Giorgio Napolitano, dove aver ricevuto il «Comitato per la Democrazia», composto da Partito socialista, Sinistra democratica, Rifondazione comunista, Verdi, Psdi, Pli e Pda ha spiegato, in un comunicato, tutte le sue perplessità: «Ribadisco la convinzione, già espressa in precedenti occasioni, che quando si tratti di modificare regole tra le più importanti della competizione democratica quali sono quelle dei sistemi elettorali sia da ricercarsi un ampio consenso in Parlamento». «Modifiche in questo campo — prosegue la nota del Quirinale — sono state largamente riconosciute in questi anni come opportune e mature; ed è stata riscontrata, nel recente passato, una preoccupazione condivisa circa l'esigenza di stabilire un più diretto legame tra gli eletti e i territori rappresentati, e di garantire un effettivo intervento dei cittadini-elettori nella scelta dei loro rappresentanti. C'è da augurarsi che tali esigenze formino oggetto di adeguata attenzione nel corso della discussione parlamentare sulle norme per l'elezione dei deputati italiani al Parlamento europeo. E la massima attenzione dovrebbe essere egualmente prestata alla necessità, in particolare per la elezione del Parlamento europeo, di non comprimere il pluralismo politico in quelle che sono sue significative espressioni, pur introducendosi disposizioni volte a evitare eccessi estremi di frammentazione nella rappresentanza dell'Italia all'assemblea di Strasburgo». Una dichiarazione che ha «infiammato» il confronto tra Pd e Pdl, con gli esponenti del partito Democratico che si sono stretti attorno alle parole del Presidente della Repubblica. Ma che hanno fatto piacere soprattutto agli esponenti del «Comitato per la democrazia». Primi fra tutti i rappresentanti del partito Socialista, con i quali Napolitano ha un particolare rapporto di «simpatia». Quello di ieri è infatti il terzo incontro con la loro delegazione. A luglio i socialisti di Riccardo Nencini hanno fatto una manifestazione a sostegno del Capo dello Stato dopo gli attacchi di Di Pietro e Grillo. All'inizio di ottobre una loro delegazione è stata ricevuta al Quirinale per chiedere maggior pluralismo nell'informazione pubblica. Infine ieri Napolitano, dopo averli ascoltati, ha lanciato il suo messaggio al governo sulla legge elettorale..