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Anche ieri i mercati azionari hanno chiuso in deciso calo. A ...

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«In questo momento - ha spiegato un analista senior milanese - non hanno più senso ne' le valutazioni di analisi fondamentale, ne' di analisi tecnica». In sostanza nessuno degli schemi più comunemente utilizzati dagli analisti per cercare di anticipare i movimenti del mercato o dei singoli titoli sembrano essere in grado di dare risposte esaustive, o pelomeno plausibili. Da un punto di vista fondamentale, ovvero prendendo in considerazione i numeri di bilancio delle società, le quotazioni attuali delle azioni non hanno senso. Fiat, solo per fare un esempio, esprime una valutazione di mercato «compatibile solo con una sorta di Armageddon del comparto auto mondiale» spiega un trader. Lo stesso dicasi per le quotazioni delle banche italiane molte delle quali esprimono una capitalizzazione inferiore ai valori di libro. Non è di aiuto nemmeno l'analisi tecnica. Nei giorni scorsi alcuni analisti avevano ipotizzato che i mercati potessero compiere una figura detta del doppio minimo, che prevede dopo una brusco calo un piccolo rimbalzo e poi una successiva caduta. Si tratta di una figura negativa, ma nota e che quindi consente di dare una risposta alle ansie di chi si chiede quando finirà l'ondata dei ribassi. Ma anche questa figura non si è concretizzata. Non è detto che eventuali interventi della Banca Centrale europea o della Banca d'Inghilterra riescano a sollevare in maniera permanente il mood dei mercati mentre potrebbe avrebbe un effetto decisamente positivo «un drenaggio maggiormente aggressivo di asset tossici da parte delle banche centrali» come spiega un gestore di portafogli obbligazionari. I volumi degli scambi a Piazza Affari, che difficilmente superano i 3 miliardi di controvalore, suggeriscono che siano pochissimi gli operatori attivi. Sensazioni confermate dai dati sulla liquidità in Europa che, secondo quanto comunicato ieri dalla Bce è in aumento. Il denaro quindi c'è, ma è in stand by. In molti però suggeriscono che dietro al continuo calo dei mercati vi sia una spiegazione più «meccanica». Molti fondi e investitori istituzionali in genere starebbero cercando, con operazioni mordi e fuggi, di mettere qualche toppa a bilanci disastrati dai crolli dei mercati. La loro operatività, sfruttando il pessimismo dilagante, è orientata al ribasso, benchè la speculazione più aggressiva, quella fatta con le vendite allo scoperto, sia stata vietata dalla Consob fino al prossimo 31 ottobre. Se questa lettura è giusta significa che almeno fino al prossimo 31 dicembre i mercati continueranno a evidenziare un andamento negativo e un'alta volatilità. A meno che, ed è quello che tutti sperano anche se appare poco probabile, non si inneschi un mini rally di fine anno che avrebbe il pregio di consentire ai fondi di iscrivere alcune plusvalenze, almeno sui titoli acquistati questi giorni.

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