Confindustria e governo
Un'intesa che non è circoscritta alla condivisione di alcune tematiche quali «l'efficienza», «il merito», «la trasparenza», «la lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione» e gli attacchi ai veti della Cgil. Tra Brunetta e il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia è stato un dialogo tra due che sanno di intendersi alla perfezione e che quindi possono lasciarsi andare anche a reciproci omaggi e affettuosità. Così Brunetta confida alla platea che l'accordo con la Marcegaglia è sbocciato sin dalla sua prima uscita pubblica all'Assemblea confindustriale quando, mentre la presidente parlava, lui sottolineava i punti di condivisione, «ben 25 sottolineature e altrettante orecchiette fatte alle pagine». E la Marcegaglia gli ricambia la cortesia: «Sei una furia creatrice e distruttrice» gli dice alludendo alla lotta contro le inefficienze nella pubblica amministrazione e poi gli riconosce il merito di aver chiuso il contratto nel pubblico impiego senza nemmeno una nottata o un'ora di sciopero; «ti invidio, sei stato più bravo di noi». E siccome sa di avere davanti un interlocutore attento, la Marcegaglia non esita a mettergli davanti un pacchetto di richieste. A cominciare dalla richiesta al governo di istituire un fondo di garanzia per sostenere il credito alle imprese. Dal ministro dello Sviluppo Economico Scajola ha già avuto la conferma di un fondo di 600 milioni ad hoc per le piccole e medie imprese. Insomma finora il governo si è occupato di sostenere le banche, ora, dice la Confindustria è il momento di supportare le imprese. Innanzitutto facendo in modo che «i soldi dati alle banche non restino al loro interno ma servano a finanziare le imprese». Per questo saranno attivati tavoli di monitoraggio, annuncia la Marcegaglia, per verificare che l'accesso al credito non subisca battute d'arresto. E per fare il punto della situazione il 31 ottobre ci sarà un altro incontro con l'Abi mentre la prossima settimana con Berlusconi. Il sistema bancario dovrà intervenire anche sull'Euribor in modo che il tasso non sia superiore a 0,20-0,30 sul tasso di sconto. Fondamentale però che «la Bce tagli il costo del denaro di un punto subito e di un altro punto entro fine anno». Ma l'intervento di Stato, ribadisce la Marcegaglia, va inteso solo per l'emergenza: «Una volta superata la crisi, lo Stato si faccia da parte». A Brunetta, il presidente di Confindustria chiede di accelerare i tempi con cui la pubblica amministrazione paga le imprese. «Le imprese vantano crediti verso le amministrazioni per 60-70 miliardi e i pagamenti arrivano dopo oltre 300 giorni. Così non va, il termine deve essere entro 90 giorni». Come pure non va l'eccesso di spesa pubblica improduttiva. «Non va che i buchi di bilancio di Roma e Catania siano coperti da soldi pubblici». La Marcegaglia chiede poi di incidere sul fisco con un taglio dell'Irap e la detassazione degli utili reinvestiti e supporti per quelle imprese impegnate nella riduzione delle emissioni inquinanti. A Brunetta che «sa come portare avanti gli obiettivi» la Marcegaglia chiede «un aiuto per quelle imprese che vogliono investire in infrastrutture ma trovano intralci burocratici». E parlano la stessa lingua, Marcegaglia e Brunetta, quando si tratta della Cgil. «Ci sarà un momento in cui la Cgil dirà di sì a qualcosa?» ironizza la presidente degli industriali che dice di «invidiare» Brunetta che invece sul pubblico impiego ha risolto. Il ministro infatti annuncia che «anche se la Cgil si metterà di traverso», lui andrà avanti lo stesso e da gennaio pagherà il 90% di quei 6 miliardi di rinnovo contrattuale che sono disponibili. Ed è questo che Marcegaglia gli «invidia». Brunetta infatti «non ha la Fiom-Cgil nelle fabbriche» e questo impone che la Confindustria «cerchi un accordo con la Cgil». Ma con un punto chiaro: «Non stiamo cercando accordi separati ma nemmeno vogliamo essere prigionieri di veti di chi ci condanna a restare fermi».