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La retromarcia

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E torna sulle parole pronunciate mercoledì durante la conferenza stampa con il ministro Mariastella Gelmini: «Mai detto né pensato che la Polizia debba entrare nelle scuole». In realtà l'intenzione del premier non è certo quella di fare marcia indietro. Per questo attacca i mezzi di informazione rei, a suo avviso, di descrivere l'inesistente. Quindi ribadisce che è «dovere» del governo tutelare «il diritto essenziale di andare a scuola da parte di chi non vuole protestare». Poi attacca gli studenti e i rettori delle Università italiane in rivolta: «Protestano? Ma se per l'Università addirittura ancora non è stato fatto niente... Se qualcuno va in piazza è perché gli piace andare in piazza. A qualcuno piace la musica, a qualcuno piace manifestare... Noi, in realtà, per ora abbiamo solo detto che ci saranno 5.500 corsi di laurea, qualcuno addirittura con uno studente solo». Ma è poco più di una punzecchiatura visto che subito il premier ammorbidisce i toni. «Volete manifestare in piazza? - rilancia - Siete i benvenuti, ma almeno non sparate bufale sul numero dei partecipanti, di solito moltiplicato per 25». Insomma, le occupazioni saranno tollerate anche perché, spiega, «ho in mente spiritosi metodi di convincimento». «Se ci sarà chi vorrà occupare a prescindere - prova a sorridere - con opportune azioni di convincimento, e ne ho in mente qualcuna molto spiritosa, bisognerà garantire agli altri che vogliono imparare la possibilità di non essere disturbati da costoro». Quali possano essere questi metodi, però, Berlusconi non vuole svelarlo: «Non lo dico, altrimenti farei i titoli». A non salvarsi dall'ira del Cavaliere, invece, sono i mezzi di informazione. «Accade di frequente - attacca -, anzi molto spesso che io non riesca a riconoscermi nelle situazioni che ho vissuto da protagonista. Posso perciò parlare di un divorzio tra la realtà di quanto da me vissuto e la realtà che raccontano i giornali. I titoli che ho letto venendo qui, che parlano di Polizia nelle scuole, non sono condivisibili, sono un divorzio dalla realtà. Io ho detto che chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea di rinunciare ad un suo diritto essenziale». Assolutamente «pretestuose» sono quindi le polemiche da parte della sinistra «che ha preso la scuola a pretesto per fare qualcosa che andasse contro al governo» e «protesta oggi contro il maestro unico nello stesso modo in cui fece una battaglia quando si introdusse la pluralità degli insegnanti». Sarà, ma intanto la sinistra tutta (anche quella radicale che non siede più in Parlamento) si scaglia contro il premier accusandolo di essere un bugiardo. Dura la nota dell'ufficio stampa del Pd che ripropone la trascrizione integrale (sul sito del governo è presente il video) della parole pronunciate mercoledì da Berlusconi. «Per fare il Presidente del Consiglio di un grande Paese come l'Italia - attacca - c'è bisogno di senso dello Stato, di rispetto del dissenso e di controllo della parola e di sé stessi».  

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