Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

A questi maestri della disinformazione, finti tonti in ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Chi le reclama, lo ammetta apertamente. A ogni buon conto, i tagli sono buoni o no a seconda che riducano gli sprechi, come si propone il ministro Gelmini, o le funzioni fondamentali della scuola. Inoltre, non si può far finta di ignorare che i punti qualificanti della riforma, secondo tutti i sondaggi, sono accolti con favore dalla stragrande maggioranza degli italiani. Con punte del novanta per cento. Ciò non significa che la sparuta minoranza dei contestatori non abbia il sacrosanto diritto costituzionale a manifestare liberamente il proprio pensiero. Ci mancherebbe. In una democrazia liberale il dissenso è garantito non solo a un'infima minoranza ma perfino a una singola persona, in ipotesi sola contro tutti. Ma qui le cose stanno altrimenti. È una minoranza tanto rumorosa quanto povera d'idee ad avere la bella pretesa di assoggettare ai propri voleri la maggioranza. Fino a prova contraria, l'ingiunzione di sospendere la didattica e l'occupazione degli edifici scolastici è un reato previsto dal nostro codice penale. Con il risultato che chiunque denunci questo deplorevole stato di cose, come il presidente del Consiglio o Cossiga, non è un eversore dell'ordine costituito ma, al contrario, un amante della legalità e dello Stato di diritto. Non Berlusconi ma il diessino Luigi Berlinguer, ministro di Prodi, ha affermato che gli abusi non sono legittimi e che una scuola così è indifendibile. Non Berlusconi ma Napolitano ha dichiarato che non si può opporre solo dei no. Ma c'è di più. Va difeso con la massima severità quel diritto allo studio sancito dalla Costituzione che quattro prepotenti — indottrinati da chi sul serio soffia sul fuoco, come un'arlecchinesca sinistra sul viale del tramonto — vorrebbero con la violenza negare ai più. Paolo Armaroli

Dai blog