Il Pd all'attacco: «Soffia sul fuoco»
Occasione che Walter Veltroni, ovviamente, non si lascia sfuggire. Anzi, il segretario del Pd convoca addirittura una contro-conferenza stampa per replicare al Cavaliere. Quelle di Berlusconi sulla scuola, attacca, «sono parole molto gravi e cariche di conseguenze» mentre un presidente del Consiglio anziché «soffiare sul fuoco» dovrebbe «sforzarsi di garantire l'unità del Paese». Il premier «radicalizza una situazione fisiologica in democrazia. A tutti è capitato di stare al governo e avere un movimento di contestazione: questo è il sale della democrazia». «Il governo - insiste - si assume la grave responsabilità di trasformare un problema sociale in un problema di ordine pubblico. I professori, gli studenti, i rettori sono un grande problema sociale che come tale va affrontato. Migliaia di persone hanno manifestato pacificamente per dire la loro come sempre è avvenuto nella democrazia. Il problema va affrontato dalla politica». «Mi domando - ironizza il segretario del Pd - se è ancora possibile dissentire. È possibile esprimere una opinione diversa dal governo o no? Organizzare una manifestazione o no? Scrivere sui giornali un'opinione diversa dal governo o no? Se non è così, la cosa si fa seria. In Francia, nei giorni scorsi, c'è stata una gigantesca manifestazione ma non è stata chiamata la polizia. Spero che rimanga ancora la possibilità di dissentire». Veltroni accusa poi Berlusconi di dire «bugie» quando nega che il governo abbia effettuato tagli nella sciola e legge l'articolo 6 del decreto 112, varato ai primi di agosto dal Parlamento, in cui sono enumerati tutti i tagli alla scuola nei prossimi tre anni, per un totale di otto miliardi. Ma non è solo il segretario ad attaccare il presidente del Consiglio. Dario Fanceschini si rivolge direttamente agli studenti invitandoli a «non rispondere alle provocazioni» e esortandoli affinché «le proteste avvengano in modo civile, pacifico e non violento». «Questo appello - prosegue - lo facciamo anche al ministro dell'Interno e alle autorità che hanno la responsabilità dell'ordine pubblico, affinché non sia toccato neppure un capello agli studenti. E comunque il Pd è con gli studenti». E nell'Aula del Senato (dove ieri è iniziata la discussione generale sul decreto Gelmini ndr) il capogruppo del Pd Anna Finocchiaro si lancia in un ardito paragone: «La forza pubblica può essere richiesta soltanto dai responsabili della scuola e non imposta dal governo. Neanche Scelba se lo sarebbe sognato».