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E ora si muove il popolo del sì «Convinciamoli uno a uno»

Scuola, manifestazione pro Gelmini

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Il tam tam elettronico. Tutto è cominciato con un semplice indirizzo di posta elettronica fatto girare tra un po' di amici: vieni a visitare il sito forzagelmini.com. L'aveva voluto un consigliere lombardo, Carlo Saffiotti, ed è ora gestito da Matteo Oriani. Artigianale. Anzi, fatto in casa. Ma efficace. Viene sintetizzato il decreto, i punti salienti e riportate tesi (della sinistra) e antitesi. Quasi cinquemila visioni e trecento messaggi lasciati. Ma se Garibaldi ha la sua Marsala, la Gelmini può vantare un luogo dove ha lanciato i suoi «mille». È Moniga sul Garda, duemila anime nel Bresciano, quattro passi da casa delle ministra. Nello scorso week end c'era una convention di Forza Italia con trecento persone. All'improvviso è arrivata Mariastella e per la prima volta dopo settimane ha sentito un pubblico amico. Applausi e cori da stadio. Prima di lei era intervenuto un suo consigliere Max Bruschi che aveva infiammato il pubblico smontando tecnicamente pezzo a pezzo le contestazioni. Il giorno dopo Bruschi s'è ritrovato un fan club su Facebook, il filmato del suo intervento gira su internet e lui è stato spedito nelle tv locali a «diffondere il verbo». Sulla piattaforma sociale web fioccano gruppi. È stata aperta una «causa», un sorta di raccolta di firme, che ha già superato le mille sottoscrizioni. E sempre su Facebook è nato il gruppo «Gelmini, un ministro con le palle». Inziativa colorita che va subito al sodo: «Abbiamo più bidelli (167mila) che carabinieri (116mila), è ora di cambiare». Più audace invece un altro gruppo che va sotto il titolo «Non vogliamo un altro '68, sosteniamo il ministro Gelmini». Organizza gruppi di volontari che vanno nelle facoltà a spiegare agli studenti le riforme. Una campagna uno a uno. Il messaggio di ieri annunciava: «Ci ritroviamo davanti all'Università Statale di Milano alle ore 9.30. L'obiettivo è quello di informare gli studenti universitari riguardo alla riforma della scuola. È il momento di far sentire la nostra voce». Poi c'è invece quello più istituzionale: «Fans di Maria Stella Gelmini», con il curriculum della ministra. Infine anche YouTube, il portale di video, è stato invaso da filmati che sostengono la Gelmini. Quello meglio confezionato è titolato semplicemente «Scuola e sinistra». E sono contrapposte le parole di chi protesta a frasi di opinion maker. Per esempio, prima uno studente che ripete slogan e a seguire un cartello con delle parole di Angelo Panebianco: «Si fa finta di dimenticare che la riforma che abolì il maestro unico fu un classico prodotto del consociativismo politico-sindacale». E ancora: prima Veltroni che dice «Se si riduce il numero degli insegnanti, sarà la fine dell'esperienza del tempo pieno». E subito dopo Berlusconi che sottolinea: «In questo modo avremo dei maestri che si liberano, e quidni avremo la possibilità di aumentare il tempo pieno, sarà aumentato del 50%». Segue un altro cartello, questa volta con una frase di un editorialista di sinistra come Luca Ricolfi: «Andando a controllare le cifre, si scopre che la maggior parte dei numeri spaventa-famiglie che sono stati agitati sono semplicemente falsi». Di nuovo Veltroni: «Tremonti ha deciso che ci vogliono otto miliardi in meno e il ministro della Pubblica Istruizione si è messo a lavorare oper fare i tagli corrispondenti». Subito dopo altro cartello di Ricolfi: «Non è vero che il bilancio della scuola subirà dei tagli, il taglio del prossimo anno sarà inferiore a 0,5». Insomma, la controinformazione (o meglio l'informazione) è già partita.

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