Berlusconi: "Mai detto di voler usare la polizia contro le occupazioni"
Silvio Berlusconi arriva a Pechino per il primo dei tre giorni che lo vedranno impegnato nella capitale cinese al vertice Asem dei paesi europei e asiatici, inizia la visita con un colloquio con il presidente cinese, Hu Jintao, e il premier, Wen Jiabao, ma parlando con i giornalisti in una sala dell'Hotel Ritz, torna sulle polemiche suscitate dalle sue parole di ieri sulla polizia nelle universita'. E attacca la stampa. "La scuola e' stata presa a pretesto dalla sinistra per fare qualcosa contro il governo - esordisce Berlusconi - del resto fu la stessa sinistra a protestare contro l'introduzione del maestro unico". I cartelli nei cortei, continua, "sono tutti basati su falsa informazione, accusano il governo di fare delle cose che non sono nelle sue volonta', anzi sono il contrario della realta'". "Non e' vero" insomma, che il governo vuole togliere fondi alla scuola pubblica, o licenziare 83mila insegnanti, o eliminare il tempo pieno. Per l'universita' del resto, ammette Berlusconi, "non abbiamo ancora fatto niente, quindi si protesta per il puro gusto di protestare". Non e' il governo dunque, ribatte Berlusconi alle parole di Walter Veltroni, che 'soffia sul fuoco', ma e' la sinistra "che lo fa contro di noi". "Io - spiega - ho solo detto, rispondendo alla domanda di un giornalista, che lo Stato perde la sua legittimita' se non garantisce i diritti dei cittadini. Dunque chi vuole protestare puo' farlo, ma non puo' impedire a chi vuole continuare ad andare a scuola o all'universita' di poterlo fare. Questa si' che e' una violenza". E quindi, ribadisce, Berlusconi il governo ha "il dovere di tutelare e garantire i diritti dei cittadini e lo fara'" e quando qualcuno viola questi diritti "e' giusto che il suo comportamento venga considerato un reato". Dunque nessun intervento 'militare' negli atenei, dice il premier. 'Polizia nelle scuole' e' un titolo assolutamente "non condivisibile", insomma e' un divorzio tra la realta' e l'informazione". Ma come fara' il governo a garantire questo diritto?, chiede un giornalista. "Questo non posso dirvelo - sorride Berlusconi - senno' poi diventa un titolo". Ed e' proprio con i giornali che Berlusconi torna a polemizzare: "Quando leggo i giornali - dice - non riesco a riconoscermi negli eventi di cui io stesso sono stato protagonista. Questo e' sempre accaduto, e continua ad accadere. Tra la realta' e l'informazione c'e' un divorzio".