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La mossa è giusta e anche un tantino coraggiosa perché ...

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In un momento di grave emergenza internazionale, dove gli scricchiolii dell'alta finanza continuano a moltiplicarsi nonostante le tante reti di protezione predisoposte di concerto dal club dei Grandi (Italia compresa), è sacrosanto che un'opposizione impegnata lasci da parte tensioni e polemiche, e si rimbocchi le maniche per dare anch'essa una mano al governo. Questo ha detto Veltroni, dopo i momenti iniziali d'incertezza anche per certe dichiarazioni incaute di Bersani, e questo, pensavamo, ha fatto con il divorzio di Di Pietro e con l'ammorbimento sulla nomina del giudice costituzionale. Salvo poi ricrederci a distanza di qualche ora. Perchè Veltroni, se intendeva sul serio impegnarsi costruttivamente per arginare lo tsunami finanziario, avrebbe dovuto prendere una sola decisione: annullare la manifestazione di protesta di sabato come, peraltro, gli avevano chiesto diversi parlamentari dello stesso Partito Democratico. Non ci vuol molto, infatti, a capire che, in un momento così difficile, qualsiasi braccio di ferro plateale rischia di rivelarsi un boomerang. Che senso ha, infatti, inscenare cortei e comizi in piazza quando le onde dello tsunami potrebbero ancora sommergere tutto? Confermando il programma del 25 ottobre, Veltroni si è invece messo di nuovo sullo stesso piano di Di Pietro che occupò la piazza in luglio, a meno di due mesi dall'insediamento del governo Berlusconi. E, allora, che significato attribuire al divorzio di Veltroni dall'Idv, quando continua poi a seguirne l'esempio? Le vie della politica sono davvero infinite e pure tortuose. Giancarlo Mazzuca

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