«Ma ora facciamo l'alleanza con l'Udc»
Parola di Pierluigi Castagnetti, che promuove l'alleanza con L'Udc di Casini, anche se in ambito esclusivamente locale e «situazione per situazione». L'opposizione si divide in tre, che succede? «Già esistono, di fatto, tre opposizioni che spesso si distinguono in base ai provvedimenti che approdano in Parlamento. L'Udc tende a conservare la sua identità di opposizione più disponibile a a riconoscere punti di convergenza con il Pdl, come è accaduto sulla scuola. L'Idv fa un'opposizione più radicale e pregiudiziale rispetto al Pd, che invece si segnala per la sua cultura riformista e la sua disponibilità al dialogo. Un dialogo difficile perché la maggioranza è prigioniera della sua autosufficienza numerica e non apre mai spiragli sui punti essenziali senza consentire un vero confronto». Nel quadro che lei disegna un'opposizione più fragile rende le cose ancora più difficili... «Quest'ultima spaccatura è la manifestazione di un'insopportabile polemica che Di Pietro apre quotidianamente con il Pd, come se i suoi veri avversari fossero i democratici e non il Pdl. Anche Casini si distingue da noi sul piano dei voti, però non arriva a certi livelli polemici». Veltroni ha sopportato. Alla fine, però, si è infuriato, tanto da dichiarare che l'alleanza con l'Idv non c'è più. E ora? «Perfino la pazienza di un uomo notoriamente paziente come Veltroni ha finito per esaurirsi. Ma Di Pietro dovrà fare i conti con il suo elettorato, che non può accettare una rottura con il Pd. Se il risultato dei suoi attacchi è che non si faranno alleanze alle prossime amministrative, i suoi elettori non lo seguirebbero, perché favorirebbe la destra». Di Pietro tornerà sui suoi passi? «Auspico margini di resipiscenza che possano consentire la ricostruzione di un dialogo. Noi vogliamo mantenere la coalizione. Ma deve cambiare la musica. L'alleanza si fa per vincere e per governare. E governare così è impossibile, abbiamo rotto con la sinistra estrema alle ultime politiche proprio per l'eccessiva e continua conflittualità fra alleati». E un'allenza con l'Udc le pare possibile? «Sì, è possibile. Ma non generalizzata, situazione per situazione. Per colpa di Di Pietro non siamo riusciti a farla in Abruzzo, ma in Trentino, ad esempio, sì». Crede che Veltroni sia disposto a ricucire con Di Pietro? «Il senso della reazione di Veltroni è che non è possibile essere aggrediti tutti i giorni. L'impressione è che il leader Idv abbia caricato molto la polemica nell'illusione di guadagnare consensi. Ma è stato accecato da questo obiettivo. Infatti, sarebbe un successo effimero. Se continua a divaricare la sua posizione da quella del Pd perderà consensi invece che guadagnarli». E, secondo lei, Di Pietro lo capirà? «Sono fiducioso. Sarà costretto dai fatti. E lo sarà in tempi brevi».