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Scontro sul clima, Berlusconi: "Altri nove Stati con noi"

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Silvio Berlusconi

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Anzi, forse la chiarezza dell'affondo italiano è servita a far uscire allo scoperto le perplessità di molti altri partner europei. È stato questo il pensiero che il premier Silvio Berlusconi ha espresso sul capitolo che in questi giorni ha fatto uscire una nuova linea di rottura tra l'esecutivo italiano e Bruxelles. Anche se quello che più brucia al Cavaliere non è tanto la possibile e normale divergenza tra i due centri di potere quanto l'ennesima volta in cui l'opposizione politica ha utilizzato un tema generale come una trattativa sul clima che presenta aspetti delicati dal punto di vista economico, per aprire un fronte polemico interno. «La richiesta italiana di avere più tempo per approfondire il tema dei costi per la riduzione dell'anidride carbonica è stata condivisa da altri 9 stati. Non c'è quindi nessun isolamento dell'Italia in Europa, ma solo la continuazione di un costume deteriore dell'opposizione e cioè quello di fare polemiche anche contro il proprio Paese» ha detto chiaramente il premier Silvio Berlusconi che ha reagito così alle polemiche sulla questione del clima. Poi l'affondo contro l'ostilità incontrata a Bruxelles sulla necessità di rivedere il trattato per ridurre le emissioni inquinanti. «L'Italia non è sola nella sua battaglia per far sì che il pacchetto Ue per ridurre i rischi del cambiamento climatico non abbia costi troppo elevati». Una formula che replica alle critiche del centrosinistra alla presa di posizione del governo sul progetto 20-20-20 (meno 20% emissioni di Co2, 20% di rinnovabili e di energia e risparmio energetico entro il 2020). In particolare accanto all'Italia c'è la Polonia che ha già fatto sapere che oggi presenterà una sua controproposta ai ministri europei. A seguire un nutrito drappello di Paesi dell'Est Europa pronti ad appoggiare le richieste italiane: Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Bulgaria, Slovacchia. Ma anche nei Paesi più industrializzati l'ipotesi del rinvio si sta facendo largo. Le parole di Berlusconi servono, infatti, proprio per preparare il terreno per il confronto che si terrà a Lussemburgo fra i ministri dell'Ambiente dei Ventisette e che si preannuncia serrato. L'Italia si presenta all'appuntamento con la proposta di adottare il pacchetto europeo a dicembre, ma con l'inserimento di una clausola di revisione, che consenta di riesaminarlo alla luce della valutazione di impatto da effettuare nel 2009. La richiesta italiana di approfondire il rapporto costi-benefici della riduzione di emissioni di Co2 è stata di fatto condivisa da nove paesi Ue, ha affermato il presidente del Consiglio, facendo riferimento, in sostanza, ai paesi dell'ex Europa dell'Est, che già in occasione del summit dei leader europei di questa settimana avevano manifestato perplessità sui costi del piano per arginare l'effetto serra.  

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