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Veltroni disperato

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Sono tutti schierati. Il segretario lancia il suo grido di allarme dal quartiere San Basilio, periferia nord-est di Roma. L'occasione è la festa del tesseramento. Veltroni arriva intorno alle 17. Ferma la macchina in mezzo alla strada, scende, stringe mani, si posiziona al fianco del segretario della locale sezione che lo introduce, quindi prende la parola. A pochi metri da lui, schierate quasi fossero un plotone di esecuzione, ci sono tre telecamere. Il segretario ricorda che stasera sarà a Milano per partecipare alla trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio, ma non è un caso. La sua è una scelta politica. «Dobbiamo andare un po' in tv perché il sistema dell'informazione italiana è quello che è - spiega -, sui giornali ci sono dati allucinanti dove la presenza del governo e della maggioranza è al 70%, ecco perché il consenso è così grande. È uno squilibrio inaccettabile». Anche perché, ma questo Veltroni non lo dice, tra una settimana ci sarà la grande manifestazione organizzata dal Pd al Circo Massimo e c'è bisogno di richiamare le folle. Anche attraverso la tv che, aggiunge, «è schierata come mai non si è visto». Il primo obiettivo del segretario quindi, è quello di riconquistare spazio televisivo. Ma non basta. Bisogna alzare un po' il tono dello scontro. «Ma a parte i Tg - rilancia - c'è la realtà di un Paese in sofferenza che fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Io non vorrei parlassimo d'altro, perché vedo un disagio che cresce». Quindi Veltroni parte all'attacco sull'economia: «Il Paese è fermo le piccole e medie imprese sono in difficoltà. Delle cose che ha detto Berlusconi una è davvero inaudita. Ha detto che non ci saranno effetti sull'economia reale. Ma è ovvio che ci saranno, c'è il rischio recessione». Dall'economia alla scuola. La riforma Gelmini, avverte il segretario, causerà la chiusura di molti istituti. «Hanno messo mano sull'unico pezzo di scuola che funzionava bene» è la sua critica. Anche se subito lascia intendere che anche lui, fosse al governo, cambierebbe qualcosa ma con «un progetto, un'idea». L'ultima parte del suo intervento Veltroni la dedica all'antifascismo e al «brutto clima che c'è». E un esempio sono sicuramente le classi separate chieste dalla Lega. «Si vuole instillare il seme dell'odio e della contrapposizione - avverte il segretario -. Mi hanno detto che in un consiglio municipale alcuni esponenti del Pdl hanno fatto il saluto romano. Lo stesso che si faceva quando portavano le persone alle fosse Ardeatine. Lo stesso che facevano i nazisti quando marciavano, occupandola, per le vie della nostra città». Per tutto questo, annuncia, «la manifestazione del 25 ottobre sarà una grande manifestazione popolare. Serena e forte. Che esprimerà il disagio di un Paese che vuole cambiare. Le cose stanno già cambiando. L'Italia comincia ad accorgersi della realtà drammatica di un Paese che non ha più bisogno di chiacchiere e favole, ma un drammatico bisogno di cambiamento». Le cento persone scarse presenti applaudono convinte. Forse serve un po' di tv.

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