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Napolitano: «Non si può dire solo no»

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Il capo dello Stato interviene di nuovo a difesa del ministro dell'Istruzione

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Così, direttamente dalla "Festa d'autunno", davanti ad alcuni gruppi di studenti, Napolitano lancia il suo monito: «Non si possono dire soltanto dei "no", nè bisogna farsi prendere dalla paura». Nonostante la pioggia che ieri imperversava sulla capitale, alla Tenuta presidenziale di Castelporziano sono arrivati in tanti. Tra loro anche il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e Rita Levi Montalcini. Il capo dello Stato, intervistato dai ragazzi, parla a 360°: la povertà, i rifiuti a Napoli, il problema ambiente, la crisi dei mercati finanziari. E risponde su tutto. «Vedete - spiega Napolitano - i grandi non sono cattivi per definizione». Poi arriva la questione cloù. La domanda è posta in modo serio da una bambina di Milano: «Caro Presidente, cosa ne pensa di tutti questi cambiamenti del sistema scolastico? Dei decreti con i quali molti insegnanti perderanno il lavoro? Cosa ne sarà dei loro figli?». In platea c'è attesa per le parole del presidente. Napolitano, con il suo solito aplomb, precisa prima di tutto che le competenze in questa materia sono del ministro della Pubblica istruzione. «Io guardo quello che fanno Governo e Parlamento e quello che si discute con i rappresentanti della scuola e dei sindacati». Poi però aggiunge: «Bisogna fare attenzione a non farsi prendere da nessuna esagerazione e da nessun allarme. Certamente ci sono alcune cose da cambiare nella nostra scuola, che non dà ai ragazzi tutto quello che dovrebbe sul piano della formazione e della preparazione al lavoro. Quindi bisogna discutere le cose per come stanno». Immediata la replica da parte della Rete degli studenti alle raccomandazioni del capo dello Stato. «Noi non diciamo solo no. Diciamo sì a più investimenti per la scuola pubblica - spiega un portavoce -. Diciamo sì a una riforma di scuola e università che sappia darci un futuro come cittadini e nel mondo del lavoro. Diciamo sì a edifici scolastici sicuri e funzionali. Diciamo si a più collegialità nelle decisioni e a un aumento della responsabilità degli studenti all'interno della comunità scolastica». Ed aggiunge: «Noi vogliamo poter dire i nostri sì, anche se non c'è nemmeno un dibattito parlamentare sulla scuola e le riforme passano a colpi di decreto».

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