MILANO Piazza Affari festeggia con un balzo al blitz in ...
Ma questo non vuol dire che il peggio è passato. Anzi, in serata il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, parlando alla Bocconi, avverte: «Non possiamo escludere che passi ulteriori e anche più decisi possano essere necessari nel prossimo futuro per ristabilire velocemente la fiducia, comprese azioni per rafforzare i mercati interbancari». Secondo Draghi, «la possibilità che il restringimento del credito e la crisi ciclica si rafforzino l'un l'altra rappresenta il rischio principale per l'economia globale». Il governatore ha spiegato che «ripristinare il fluido funzionamento dei mercati interbancari a livello internazionale e nell'eurozona è una precondizione per assicurare la stabilità dei flussi di credito alle famiglie e alle imprese, minimizzando così l'impatto reale della crisi finanziaria». Giudicando favorevolmente tutte le iniziative portate avanti finora, incluso il taglio dei tassi e gli sforzi pubblici per ricapitalizzare le istituzioni in difficoltà, Draghi ha quindi evidenziato però che l'effetto di tali azioni sui tassi di interesse interbancari «è stato fino ad ora limitato. La liquidità e i rischi della controparte continuano ad essere i maggiori driver sul mercato monetario, che rimane compromesso da spread eccezionalmente alti tra crediti garantiti e non». Nelle prossime settimane, ha proseguito, un sostegno ulteriore potrà arrivare dall'implementazione a livello nazionale delle decisioni concordate a livello europeo. Intanto, all'indomani del rafforzamento al 4,23% di Unicredit della Central Bank of Lybia, il titolo di Piazza Cordusio, dopo uno stop al rialzo in apertura, è entrato agli scambi con un balzo superiore al 10%, per poi chiudere in rialzo del 7,64% a 2,325 euro, tra scambi vivaci e pari al 2% circa del capitale. La Banca Centrale Libica ha intanto formalizzato nelle comunicazioni alla Consob che gran parte del pacchetto, circa il 3%, è posseduto direttamente (il resto è detenuto tramite la Libyan investment authority e la Libyan foreign bank). L'attesa, appunto, è ora che i libici chiedano in tempi brevi di avere un posto in consiglio, dal momento che la Fondazione Crt, terzo socio con il 3,8%, esprime in consiglio il vice presidente Fabrizio Palenzona. «Non ne ho idea - ha commentato Profumo -. Sono argomenti di cui devono discutere il consiglio d'amministrazione e gli azionisti». Il rafforzamento della Libia dimostra, comunque, «l'interesse che hanno nella nostra azienda - ha detto poi - e che anche loro considerano molto buona». Con il titolo Unicredit quotato attualmente in Borsa poco sopra i 2,3 euro si fa intanto sempre più probabile un ricorso al bond convertibile per l'aumento di capitale da 3 miliardi, visto che l'emissione delle nuove azioni avverrà a valori superiori e già fissati a 3,083 euro. I libici si sono impegnati a un investimento nel bond fino a un massimo di 500 milioni di euro. Rispetto ai 973 milioni di azioni dell'aumento si tratta di un intervento potenziale di acquisto di altri 162 milioni di azioni che porterebbe la quota in mano a Tripoli poco al di sopra del 5%, limite statutario ai diritti di voto esercitabili in assemblea. Attualmente il primo azionista Unicredit è la Cariverona, con il 5,009%, mentre alle spalle dei libici e della Crt figura tra gli altri Carimonte (3,35%).