Nicola Imberti n.imberti@iltempo.it È l'ultima spiaggia. ...
A maggior ragione dopo che i Cobas hanno deciso di andare in piazza domani, autonomamente. Così, a fine mese, Cgil, Cisl e Uil, anche se potranno contare sul supporto di Snals Confsal e Gilda, dovranno accollarsi il peso dello sciopero generale contro la riforma della scuola messa a punto dal ministro Mariastella Gelmini. Una fatica che, di questi tempi, rischia di essere insormontabile. Anche perché, negli ultimi giorni, il fronte che una settimana fa sembrava compatto, ha cominciato a scricchiolare. «L'anello debole» della catena è rappresentato, come accaduto già in occasione della vicenda che ha coinvolto la compagnia aerea di bandiera, da Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Il segretario della Cisl, ieri a Napoli per un convegno, è stato più che chiaro: «Noi non abbiamo mai avuto ansia di sciopero come altri sindacati. Non bisogna percorrere la strada della protesta perché così facendo si presta il fianco alla Gelmini e a Tremonti che non vogliono discutere». Manna dal cielo per il ministro che, intervistata dal sito ilsussidiario.net, lanciava «segnali di pace». «Io spero ancora - spiegava - che il richiamo alla ragionevolezza vinca sulla paura del cambiamento., È stato così per la vicenda Alitalia, del resto, dove le frange conservatrici sono rimaste isolate. Capisco che sul terreno della scuola, che coinvolge milioni di persone, questo processo sia più complicato. Ma non mi arrendo e guardo con attenzione sia alle aperture del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che del segretario generale della Uil Angeletti. La scuola deve passare da essere terreno di scontro privilegiato a terreno di confronto privilegiato». Insomma la possibilità di arrivare a un'intesa esiste. Basterebbe che i sindacati «buoni» mollassero il sindacato «cattivo» guidato da Epifani. Non sarebbe la prima volta. Anche sulla riforma dei contratti, in fondo, l'ipotesi di isolare la Cgil si sta facendo lentamente strada. Così il 30 ottobre potrebbe diventare il giorno della svolta. Un po' come successe il 23 marzo del 2002 quando al Circo Massimo, chiamate a raccolta dal sindacato, tre milioni di persone scesero in piazza in difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Su quel palco, come segretario confederale della Cgil, c'era Sergio Cofferati che ha appena rinunciato a ricandidarsi come sindaco di Bologna. Ma forse anche lui, oggi, avrebbe qualche problema.