Bordoli: la crisi cambia i consumi alimentari
Questo non vuol dire che non ci sia un cambiamento nel modo di acquistare i generi alimentari». Marco Bordoli, direttore generale della Crai (tremila punti vendita in tutte le regioni d'Italia e fatturato di 3,2 miliardi), traccia lo scenario di quello che sta accadendo nella grande distribuzione. La crisi è arrivata anche nel carrello della spesa? «C'è da premettere che la Crai gestisce una rete di negozi di prossimità con frequente visita da parte dei clienti e con scontrino basso, ovvero ha beni di necessità immediata. Questo fa sì che la crisi dei consumi si faccia sentire in maniera meno virulenta. Abbiamo registrato una criticità nella crescita dei consumi ma non possiamo parlare di una vera e propria crisi. La piccola spesa quotidiana si continua a fare, c'è semmai l'attenzione a evitare i consumi superflui. Anche se spesso agiscono certi meccanismi psicologici per cui nei momenti di generale pessimismo si acquistano dolci e cioccolate come a gratificarsi, per regalarsi un piccolo piacere. Certo qualcosa è cambiato nella tipologia della spesa». Ci sono alcuni prodotti che sono stati tagliati dalla lista della spesa? «Non è proprio così. Non ci sono state esclusioni. La spesa è diventata più attenta, più razionale. Diversa è la situazione dei superstore e dei supermercati. Lì le difficoltà si stanno facendo sentire perchè oltre ai generi alimentari vengono venduti anche i beni durevoli». In che senso gli acquisti sono diventati più razionali? «Abbiamo rilevato una maggiore attenzione al prezzo e al rapporto qualità-prezzo. Invece di comprare il detersivo di marca, il consumatore si sposta sul prodotto con il marchio d'insegna che costa meno ma ha una qualità allineata a quello industriale. C'è un mix tra le marche che è mutato». Alcuni prodotti come quelli biologici che di solito sono più cari, sono in calo? «Il biologico ha una sua crisi di identità che dura da alcuni anni. Noi abbiamo dei prodotti biologici sfusi, venduti senza imballi il che consente di proporre un prezzo più conveniente». Avete messo in atto alcune strategie per rispondere alla crisi di liquidità dei consumatori? «Abbiamo cercato di giocare in positivo. In questo momento non si possono dare messaggi negativi. Il che significa che non si possono mettere cartelli dicendo che ci sono dei ribassi perchè i soldi nelle tasche sono diminuiti. Bisogna prestare attenzione alle esigenze del consumatore ma rassicurandolo con un messaggio positivo». Come? «Noi festeggiamo 35 anni di attività. È in corso da settembre e durerà fino a dicembre una campagna che propone ogni mese 35 prodotti a marchio Crai con il 35% di sconto. Proponiamo quindi la convenienza in modo festoso e non luttuoso». Dai vostri competitor che segnali state avendo? «Sappiamo che ci sono difficoltà significative per negozi con format più grandi». Sono penalizzati i prodotti di marca? «Diciamo che sono privilegiate le marche dei distributori». Ci sono delle regioni in cui il calo dei consumi si sta manifestando in modo più evidente? «Un po' più di difficoltà lo stiamo riscontrando nel sud, in Sicilia e nelle isole». C'è il rischio di ricadute occupazionali per la crisi, nel vostro settore? «Il rischio esiste bisogna vedere come evolve la situazione nel breve termine».