Tremonti rilancia: più liquidità per le imprese Tornerà la fiducia
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti spiega in questo modo il provvedimento d'urgenza assunto dal Consiglio dei ministri in contemporanea con gli altri Paesi europei a seguito delle decisioni assunte nel fine settimana dall'Eurogruppo a Parigi. Accanto a Tremonti, nella sala stampa di Palazzo Chigi, siede il Governatore della banca d'Italia Mario Draghi e il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli. È la seconda volta che Draghi compare accanto a Tremonti, a dimostrare l'azione di concerto tra governo e Bankitalia nel fronteggiare la crisi; un segnale importante per gli investitori e i risparmiatori. Nel vertice di Parigi i 15 Paesi si erano impegnati a garantire i prestiti interbancari e la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà ma hanno lasciato a ogni governo la facoltà di decidere come attivare queste misure. Ed è a questa libertà che Tremonti si è richiamato quando ha precisato che, a differenza di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna che hanno quantificato gli interventi, l'Italia valuterà «man mano quanto è necessario» di concerto con la Ue e Bankitalia. «Riteniamo che non sia necessario predeterminare importi» ha specificato Tremonti sottolineando che per ora lo Stato italiano ha sborsato «zero» per far fronte alla crisi. Nel decreto che contiene due articoli, è previsto che l'intervento pubblico «può spingersi fino al commissariamento delle banche». Per quanto riguarda le garanzie a favore di chi deposita, lo Stato garantisce per 36 mesi. Ma «la garanzia statale può essere rilasciata anche su finanziamenti erogati dalla Banca d'Italia a banche italiane o succursali di banche estere operanti in Italia». L'obiettivo, ha spiegato Tremonti, è di «facilitare il finanziamento delle banche». Per consentire il reperimento di fondi sul mercato viene prevista una garanzia statale sulle nuove passività delle banche con durata fino a 5 anni emesse entro il 31 dicembre 2009. Tremonti ha tenuto a precisare che le misure non avranno nessun impatto sul bilancio pubblico. Anzi, finita la fase critica, il Tesoro «punta a un rendimento» dall'acquisto di titoli delle banche.