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Le imprese aspettano il taglio del costo del denaro Allo sportello il tasso è superiore a quello della Bce

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Quindi il nodo della questione si sposta soprattutto nel rapporto tra impresa e banca, tra sistema produttivo e sistema finanziario. E non sarà un confronto facile. È la stessa Confindustria, con il presidente Emma Marcegaglia, che solleva il problema del rapporto tra banche e impresa. Se nei quindici giorni scorsi si è temuto addirittura il credit crunch, gli interventi dei governi europei quel pericolo l'hanno scongiurato. Ma ora resta l'elevato livello dell'Euribor (anche se ieri è sceso a 5,318) e lo spread che poi la banca si prende come commissione sul cliente, sul piccolo e medio imprenditore soprattutto, che con la banca lavora quasi a tempo pieno. Da parte bancaria ci sarebbe la massima disponibilità come ha fatto intendere il presidente dell'Abi, Corrado Faissola: «Condivido l'esigenza di continuare a sostenere le nostre imprese, soprattutto le medie e piccole che costituiscono la base del tessuto produttivo del Paese». Ma da parte degli imprenditoriale c'è chi ha già fatto presente che il costo del denaro effettivo si colloca tra un tasso medio che oscilla tra il 6 o l'8% di fronte al costo del denaro fissato dalla Bce al 3,75%. Le imprese italiane si sono più indebitate in questi anni.

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