La recessione può essere evitata
Perché è la strada giusta? Perché l'approccio scelto va a toccare l'origine dei problemi. Innanzitutto, quindi, si indicano mosse concrete per dare un mercato, cioè per rendere vendibili, le obbligazioni e i titoli derivati e strutturati che impiombano ora i bilanci delle banche. Quei titoli oggi bloccano la normale attività bancaria, perché non hanno compratori, hanno perso valore e perciò non servono neppure per costituire depositi in garanzia. Da qui il problema del finanziamento reciproco nel sistema interbancario, cioè attraverso il normale rubinetto cui si rivolgono le banche per trovare liquidità e che da qualche giorno si è seccato. Con il provvedimento di ieri la Banca d'Italia ha accettato di scambiare (fino a un importo di 40 miliardi di euro) quei titoli ora sostanzialmente privi di valore con ottimi titoli di stato. Lo scambio è temporaneo (significa che piano piano, a cose sistemate, le banche dovranno riprendersi quella robaccia) ma al momento dà alle banche la possibilità di presentare titoli di valore alla banca centrale europea per ottenere finanziamenti. Così, e con altre misure simili (tra cui garanzie pubbliche sui prestiti interbancari e garanzie pubbliche sull'emissione di obbligazioni delle banche a 5 anni) in sostanza, si consente al sistema bancario di liberarsi gradualmente di una massa di titoli ora invendibili e nel frattempo di rivolgere al fornitore meno costoso di liquidità, cioè alla banca centrale. Si offre così al sistema del credito una via d'uscita dalla situazione di stallo. La conseguenza è un lento, graduale, ritorno alla normalità (che verrà testimoniata, come ha osservato il governatore Mario Draghi, dalla ridiscesa del tasso interbancario Euribor, al quale sono anche agganciato i mutui immobiliari, sotto al 5%). Sia pure con una perdita patrimoniale che, negli anni, si spalmerà sui conti delle banche e che potrebbe anche dar luogo a cambi nelle maggioranze di controllo (perché nuovi gruppi potrebbero affacciarsi tra gli azionisti delle banche ora in affanno patrimoniale). A questo riguardo va seguita la partita tra interventismo pubblico e privato e non va trascurata la norma che prevede la possibilità di arrivare fino al commissariamento di alcune banche se in condizioni di eccezionale difficoltà. Perché la ripartenza a razzo se il processo è graduale? Perché la Borsa aveva scontato un eccesso di pessimismo sull'economia reale, che invece non ha subìto un contraccolpo forte dalla crisi finanziaria. Se l'inceppamento del sistema bancario viene scongiurato (come è possibile con le misure di ieri) si può evitare perfino la recessione temuta dalla Confindustria. Il flusso di finanziamenti di tesoreria (quelli che fanno funzionare le aziende giorno per giorno) non si interrompe e le cose si mettono, dopo qualche rallentamento, nuovamente in marcia. Da lì la corsa a comprare titoli che ora mostrano, improvvisamente, buone prospettive.