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La giravolta del Pd: «In piazza per proporre non per contestare»

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«Certo che non ha un gran senso fare quella manifestazione — racconta un deputato romano che preferisce restare anonimo — ma ormai il meccanismo si è messo in moto, come si fa a tornare indietro?». E allora, da parte degli esponenti del Pd, si moltiplicano i tentativi di trovare altre motivazioni a quella che era nata come una grande manifestazione di contestazione al governo Berlusconi. Ieri Walter Veltroni ha provato a giustificarla così: «Noi vogliamo raccontare un'Italia nuova e possibile, vogliamo farlo con lo spirito di una grande forza di opposizione per l'alternativa e per l'innovazione». I primi dubbi li aveva espressi Francesco Rutelli in un'intervista con «Il Riformista» il 9 ottobre: «Io dico che adesso un momento di grande partecipazione popolare può far bene. La piattaforma della manifestazione era però poco incisiva e, comunque, oggi è del tutto superata». Decisamente contraria, invece, Marta Vincenzi, sindaco di Genova. La quale ha spiegato che lei, alla manifestazione, non andrà. «Tra il momento in cui era stata decisa la manifestazione e oggi — ha spiegato — si sono create delle condizioni per cui più che chiamare a raccolta le persone "contro" qualcuno o qualcosa, bisognerebbe chiamarle a raccolta "per"». E come lei hanno già deciso di non partecipare il sindaco di Venezia Massimo Cacciari e Marco Follini. Perplessità sono arrivate anche da Enrico Morando, coordinatore del governo ombra del Pd, in un'intervista pubblicata sabato scorso: «Ora ci troviamo in una situazione molto grave, pertanto la manifestazione del 25 non può non cambiare. Per questo non sarà antigovernativa». E se Paola Binetti propone di fare, al posto della manifestazione, un bel seminario «in cui si espongono le nostre proposte economiche», Massimo Calearo, l'imprenditore eletto nel Pd alle ultime politiche, ha dovuto addirittura fare marcia indietro su alcune sue dichiarazioni. In un'intervista al «Corriere della Sera» aveva detto che «di fronte all'emergenza nazionale e internazionale dovremmo rimboccarci le maniche e proporre più che protestare e manifestare». Ieri, sempre sullo stesso quotidiano ha dovuto rettificare: «L'imprenditore precisa, la manifestazione è importante e necessaria». Il perché sia così importante e necessaria ha provato a spiegarlo, sempre ieri, Enrico Letta: «La manifestazione si farà. Sarà però diversa da quelle che abbiamo conosciuto finora: differente da quella che fece Berlusconi due anni fa, ma anche da quelle che abbiamo visto sabato qui in Italia, promosse dall'Idv e dalla sinistra radicale. I toni saranno tutti concentrati sul "per" e non sul "contro". Sarà espressione di un'opposizione ferma e al tempo stesso costruttiva. E soprattutto della responsabilità nazionale di cui c'è bisogno». Insomma in piazza sì ma senza farsi notare troppo.

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