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Filippo Caleri [email protected] Il primo sospiro di ...

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Ed è stato un risultato da affiggere nella bacheca della storia. Solo a Milano il Mibtel ha chiuso la giornata con un +10,93% il maggiore rialzo da quando è stato creato. Ancora più esplosivo il dato registrato dall'S&pmib cresciuto dell'11,49%. Dopo la distruzione di valore della settimana scorsa a Milano sono rientrati, in termini di capitalizzazione circa 488 miliardi di euro. Un stop all'abisso che la scorsa settimana si era aperto sotto i computer degli operatori di borsa e che, in una settimana, aveva portato l'indice sotto del 22%. A ridare fiducia agli investitori le misure anticrisi prese dai grandi della terra a Washington, e soprattutto, il piano a livello europeo che domenica ha ricevuto il via libera a Parigi, da parte dei capi degli esecutivi europei. Particolarmente apprezzate le garanzie offerte sul mercato interbancario da parte degli stati. E che hanno riportato tra gli operatori l'unico bene che non si riusciva più a trovare sul mercato: la fiducia. Un valore ritrovato anche grazie alla creazione di una linea di credito per assicurare la liquidità delle banche e l'eventuale intervento dello Stato per ricapitalizzare gli istituti in difficoltà. Il pacchetto ha fissato anche regole contabili più morbide, con la sospensione del mark to market (contabilizzazione degli asset ai valori di mercato). In Italia la declinazione delle misure illustrate per le banche prevede una garanzia statale sulle nuove passività con durata fino a 5 anni emesse entro il 31 dicembre 2009 e la possibilità di scambiare temporaneamente titoli di Stato con i bond degli istituti. La scintilla rialzista è partita nel mattino da Sydney e Hong Kong (Tokyo era chiusa per festività), annullando in parte gli effetti della peggior settimana borsistica dal 1987. Lo sprint dell'avvio è proseguito poi per tutta la mattinata, fino a consolidare i rialzi con l'apertura di Wall Street, che ha ritrovato lo smalto di un tempo, con il Dow Jones ed il Nasdaq in rialzo di oltre il 6%. Merito ovviamente dei titoli bancari, che nelle ultime sedute hanno ridotto all'osso la propria capitalizzazione di Borsa. Così, dopo il balzo di Bank of China (+14,13% ad Hong Kong) hanno brillato i colossi Credit Suisse (+27,9%) e Ubs (+12,35%), l'olandese Ing (+27,21%) insieme a Deutsche Bank (+12,09%), tra i titoli più colpiti dalle vendite passate. Più cauta a Londra Barclays (+3,73%), a differenza di Societè Generale (-2%), su ipotesi di un possibile aumento di capitale da 10 miliardi di euro. Il clima di ottimismo si è improvvisamente ristabilito in tutto il continente, con rialzi compresi tra l'11,4% di Francoforte e l'11,39% di Zurigo, mentre la piccola piazza di Zagabria ha indossato la maglia rosa con il Crobex in crescita del 15,93%. Bene a Madrid il Santander (+12,35%), in trattative per aggiudicarsi l'americana Sovereign Bancorp. Pioggia di acquisti anche tra i petroliferi Total (+10,31%), Shell (+8,75%) e Bp (+11,16%), dopo il precedente scivolone, favoriti dal greggio in risalita rispetto ai minimi dell' anno toccati venerdì scorso. Sprint solitario di Gdf-Suez (+25,01%) a Parigi, seguita da Edf (+16%). In campo automobilistico in risalita Renault (+16,25%) e Daimler (+16,11%), nonostante le cattive notizie sul comparto in arrivo dagli Usa, dove si parla di una possibile fusione tra General Motors e Chrysler, per arginare il ridimensionamento sui mercati dei due marchi. Ora per essere veramente sicura che di rialzo duraturo si tratti bisogna aspettare l'apertura di oggi. I compratori incrociano le dita.

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