Epifani torna all'angolo
L'obiettivo è di mettere alle strette la Cgil e indurla a firmare il documento. E in questa strategia la Marcegaglia è riuscita a realizzare una triangolazione con la Cisl da una parte e il governo dall'altra. Non solo. Tramite l'organizzazione guidata da Bonanni, ha aperto una breccia nel Pd e trovato una sponda nella corrente cattolico-sociale che si sta impegnando per convincere Veltroni a smarcarsi dalla Cgil così da frenare Epifani. Lo scopo è chiaro: isolare politicamente il sindacato di Corso Italia che diversamente da quanto è accaduto per l'Alitalia (nella trattativa trovò almeno l'asse con i piloti) si troverebbe nell'angolo. I tempi sono stretti ma il lavoro della diplomazia è a buon punto come trapela da viale dell'Astronomia. Tant'è che undici giorni fa Veltroni ha incontrato la Marcegaglia e, pur ribadendo che occorre la firma di tutte le sigle sindacali, ha lasciato intendere che il documento degli industriali va bene. Sabato e ieri inoltre il leader della Cisl Bonanni ha riunito in un convegno a Assisi la corrente cattolico-sociale del Pd «Quarta Fase», e ha voluto che intervenisse anche la Marcegaglia. Al convegno erano presenti Marini, Fioroni, Franceschini, D'Antoni e sul finale il vicesegretario del Pd ha avuto parole di apprezzamento per il dialogo portato avanti dalla Cisl sulla partita dei contratti e lo sforzo a non rompere l'unità sindacale. Sempre a Assisi Marcegaglia e Bonanni hanno misurato le posizioni comuni sottolineando l'importanza di legare gli aumenti dei salari alla produttività per favorire la crescita. E davanti al leader della Cisl, il presidente della Confindustria ha anticipato i dati negativi sul pil per il 2009 che avrebbe dovuto dare oggi. Una sintonia questa tra Confindustria e Cisl che è stata il motore della trattativa sui contratti e ha portato ad allargare il tavolo anche alle altre organizzazioni datoriali e al governo giacchè la riforma dovrebbe applicarsi pure al pubblico impiego. Se quindi si arriverà a un accordo, Confindustria e Cisl potranno vantare il merito di aver portato a una equiparazione della pubblica amministrazione al privato, agganciando gli aumenti salariali alla produttività e al merito. E questo è nella direzione voluta dal governo con la lotta contro i fannulloni. Va da sè che, allo stato dei fatti, la partita è diventata ampia e, come si sostiene all'interno della Confindustria e nella Cisl, per la Cgil è più difficile farsi da parte. Ecco perché la Marcegaglia vuole stringere i tempi e arrivare a un'intesa entro la fine del mese o al massimo per l'inizio di novembre. Mercoledì prossimo il presidente degli industriali ha convocato una giunta straordinaria. Dal parlamentino confindustriale dovrebbe venire il mandato a verificare la possibilità di un accordo con la Cgil ma comunque ad andare avanti anche senza Epifani. Il giorno successivo, giovedì, c'è la riunione dei 27 Paesi europei, nel quale si farà il punto dell'impatto della crisi finanziaria sull'economia reale. Prevedibilmente lo scenario che emergerà non sarà positivo e dovrebbe essere un ulteriore stimolo sul fronte italiano per chiudere la partita aperta dei contratti. Per il 17 poi, è fissato l'incontro tra la Confindustria e i banchieri. Dopo l'impegno della Banca d'Italia a rendere più avegole l'accesso al credito per le imprese, ora la Confindustria vuole avere la sicurezza che la moral suasion non si fermi ai vertici delle banche ma arrivi agli sportelli delle filiali dove ogni giorno le aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni bussano per avere i prestiti. Questo passaggio non è slegato dalla partita sui contratti giacchè il problema del potere d'acquisto dei salari condiziona l'andamento dei consumi e di riflesso gli ordinativi e gli investimenti per le imprese. Lo scenario quindi si allarga, il tavolo non è più solo quello della riforma della contrattazione. La posta in gioco è la ripresa economica. Attorno al tavolo tutti i protagonisti ci sono e su questo la Marcegaglia conta per l'affondo finale.