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Piazza Affari chiude una delle settimane più nere della sua ...

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Dalla chiusura di venerdì 3 ottobre a quella di venerdì 10 ottobre lo S&P/Mib ha ceduto il 21,6% e il Mibtel il 21,2%. L'ondata di vendite non ha risparmiato nessuno (Telecom ha perso il 29,8%, Eni il 25%, Enel il 23,4% e Fiat il 19,3%) ma nell'occhio del ciclone sono finiti soprattutto le banche dopo l'ondata di nazionalizzazioni e ricapitalizzazioni che ha investito il Vecchio Continente e che, dopo il rafforzamento patrimoniale deciso in tutta fretta da Unicredit, ha fatto temere ripercussioni anche per i nostri istituti. Nel corso della scorsa settimana Unicredit ha perso il 24,7%, poco meno di quanto hanno ceduto Intesa Sanpaolo, la Popolare di Milano e il Banco Popolare, tutti in flessione del 25,6%. Male è andata, nello S&P/Mib, anche Ubi Banca (-21,1%) mentre hanno limitato i crolli Mps (-16,9%) e Mediobanca (-10,9%). Il mercato da un lato ha punito Piazza Cordusio per l'aumento di capitale e la diluizione dell'utile per azione che ne conseguirà, dall'altro ha apprezzato il rafforzamento patrimoniale. I ribassi generalizzati evidenziano però le preoccupazioni del mercato per la sottocapitalizzazione del sistema bancario italiano: solo Ubi è già in linea con gli obiettivi di Bankitalia di un core tier 1 al 6%. In questo contesto il timore è che altre banche possano procedere ad aumenti di capitale, anche in relazione alle difficoltà che cessioni di attività non core (Intesa ne ha in programma per 8 miliardi), potrebbero incontrare. Per quanto riguarda Unicredit, infine, è stata convocata il 14 novembre l'assemblea sull'aumento di capitale.

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