Paolo Zappitelli [email protected] Un giro di sms ...
Una petizione organizzata dai radicali e alla quale, nei giorni scorsi, hanno aderito anche molti parlamentari del Pdl. In particolare Italo Bocchino e Lucio Malan. E proprio sfruttando la loro adesione i deputati radicali sono riusciti a coinvolgere altri esponenti del centrodestra: «Hanno già firmato Bocchino e Malan — spiegavano — aderisci anche tu. È comunque un modo per togliere forza alle proteste di Di Pietro». Molti hanno declinato l'invito, altri, 82 in tutto, hanno aderito. Tra questi Luca Barbareschi, Gabriella Carlucci, Benedetto Della Vedova, Beatrice Lorenzin, Viviana Beccalossi, Filippo Ascierto. Poi, ieri pomeriggio, l'incidente: verso le sei ai parlamentari del centrodestra è arrivato un sms spedito proprio da Italo Bocchino e Lucio Malan: «Facci per favore sapere per telefono o sms al seguente numero se hai firmato». Il numero di telefono in questione, come ha scoperto qualcuno telefonando, era quello delle deputata radicale Rita Bernardini. E a quel punto dentro Forza Italia è scoppiato il putiferio. Un giro di telefonate «roventi» tra i vertici del partito, poi una nota congiunta a firma del capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto e del vicecapogruppo del Senato Gaetano Quagliariello che stigmatizzava le «iniziative personali». «La situazione in cui si trova il Parlamento per l'elezione del giudice costituzionale che aspetta da quindici mesi e del presidente della Vigilanza Rai che attende dall'inizio della legislatura — è scritto nella nota — impone comportamenti che da un canto garantiscano la funzionalità delle istituzioni, e dall'altro impediscano che un potere di indicazione non si traduca in un atto unilaterale di prepotenza. In particolare per serietà e per dignità, chi rappresenta la forza di maggioranza relativa non può accettare di votare colui che ha paragonato questo governo a un regime sudamericano, senza avere neppure il pudore di assumersi fino in fondo la responsabilità delle proprie affermazioni. Per questo, però, riteniamo che iniziative individuali che nascano al di fuori di un coordinamento dei gruppi di maggioranza vadano in direzione opposta. E queste sono ancora più gravi se assunte da chi, per il suo ruolo, dovrebbe sentire di esser parte della classe dirigente del Popolo della Libertà». Una tirata di orecchie ai due in piena regola. Così, verso le otto, agli stessi deputati che avevano ricevuto il primo sms ne è arrivato un altro, di tutt'altro tenore, da Lucio Malan: «Mi è stato segnalato che non è opportuno l'appello all'intensificazione delle votazioni per la vigilanza Rai e per il giudice costituzionale. La mia firma ad esso è una opinione personale, tecnica e non politica». An, per il momento, resta a guardare cosa succede.