Berlusconi avverte le banche: non mollate le piccole imprese
Gli uomini dello staff lo guardano un po' perplesso. E lui non demorde: «Sì, un sondaggio. Tra la gente. Andiamo in una strada e chiediamo ai negozianti che ne pensano della crisi. Se è vero che le banche non stanno aiutando le piccole imprese». La strada scelta per «l'indagine di mercato» è una di quelle con maggiori negozi nel centro storico capitolino, via dei Giubbonari. Il Cavaliere si fa accompagnare, scende e comincia a camminare, ad entrare nei negozi. Domanda come sta andando, se si sentono gli effetti della crisi, se il disastro finanziario è arrivato all'economia reale. Garantisce. Lo aveva già detto prima, nella conferenza stampa di Napoli. Un breve passaggio, poche parole ma chiare: «Dobbiamo fare una pressione continuativa sulle banche e sui loro dirigenti. Capisco che ci possa essere qualche dirigente che in questa fase pensi di agire con maggiore prudenza. È naturale. Ma io insisto: bisogna avere coraggio. Un po' più coraggio del solito. Perché è chiaro che se il sistema bancario dovesse restringere la propria azione, le prime a pagare sarebbero le piccole e medie imprese». Berlusconi manda così un segnale chiaro a Morandini (Pmi di Confindustria) e anche a Galassi (Confapi) che proprio in questi giorni hanno lanciato segnali di preoccupazione. Il premier rassicura e verifica di persona. Ma lancia segnali anche al mondo creditizio. Si limita a circoscrivere a Unicredit l'unico caso che crea qualche perplessità. Ma ribadisce che «al massimo ci possono essere situazioni in cui, forse, per migliorare le cose, un minimo di aumento di capitale, non che sia necessitato ma è utile». Insomma, la situazione è sotto controllo. E tutti, a cominciare dai manager, sono avvisati. Ma è un Cavaliere che vuole rasserenare quello che a Napoli, in una giornata pressoché estiva, si mostra sorridente. Insiste da giorni sempre sugli stessi concetti sino a ripeterli alla noia, così come faceva anche in campagna elettorale. E spande ottimismo: «È l'ora di comprare», ripete. E se mercoledì sera, al termine del consiglio dei ministri straordinario s'era limitato ad elogiare Eni e Enel (e anche Mediaset), stavolta si spinge a invitare all'acquisto dei titoli delle due aziende di Stato: «Azioni con quei rendimenti - spiega - dovranno tornare al loro valore». Sottolinea che è necessario «essere più forti del panico e della follia: se si hanno azioni non bisogna venderle, se invece si hanno liquidi io consiglio di comprare quelle azioni che valevano 10 un anno fa e oggi valgono 2-3-4 euro». È chiaro, evidenzia il capo del governo, che quelle aziende che hanno una redditività alta e un titolo quotato molto basso ovviamente vedranno crescere quel valore se la stessa società continuerà a mantenere lo stesso livello di produzione. Ricorda: «Non siamo in un momento di grande sviluppo ma certamente neanche in recessione». Ci tiene a far sapere che lui, per parte sua, sta facendo tutto quanto è possibile: «Domenica a Parigi ci sarà una riunione dei leader dell'Unione europea, non si esclude un G8 nei prossimi giorni». Ma, avverte Berlusconi, la questione non può essere affrontata solo nelle mura domestiche: «La crisi è globale e serve una risposta globale. Si parla di una nuova Bretton Woods (la conferenza che si tenne nel luglio del '44 per stabilire nuove regole commerciali e finanziarie tra i pricipali Paesi industralizzati, ndr) per scrivere nuove regole, si parla di sospendere i mercati per il tempo necessario per formulare queste nuove regole. Tra le varie ipotesi si parla anche di questo ma non c'è nulla di concreto». E come spesso accade una frase di Berlusconi decontestualizzata scatena mille polemiche con il Pd (Veltroni e Bersani in testa) che sparano a zero sull'ipotesi di sospendere i mercati. Tanto che lo stesso premier è costretto a una precisazione spiegando che parlava di una soluzione di cui aveva letto sulla stampa tedesca ma non di una sua proposta. Torna sull'idea avanzata il giorno prima, ovvero sull'abbassamento delle tasse. Ma non specifica tempi e modi. Poi chiede di visitare Palazzo Reale di Napoli, le sale dove si tenne il G8 del '94. E qui si prepara a riportare, l'anno prossimo, un nuovo vertice. Quello dell'Ambiente, per dimostare che Napoli è stata ripulita.