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Berlusconi: "Nessun risparmiatore italiano ci rimetterà un euro"

Silvio Berlusconi

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Per questi ultimi ci sarà quella che il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, chiama la «garanzia pubblica». Nel provvedimento si prevede una sorta di fondo che «man mano si rifinanzia, e si copre caso per caso. Non esistono plafond o soglie. Quando serve si interviene». Non solo, ma c'è anche una seconda linea di azione che riguarda la ricapitalizzazione delle banche: per quelle che non saranno in grado di aumentare il capitale, si muoverà il Tesoro. Anche la Banca d'Italia, vigilando, potrà suggerire un intervento. Tuttavia, Tremonti, si premura di spiegare nella conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio dei ministri, che l'azione del governo sarà neutrale visto che l'esecutivo «non ha interesse a entrare nel capitale delle banche, ma se la Banca d'Italia o le banche stesse registreranno una capitalizzazione insufficiente, quel capitale lo metterà lo Stato». Lo Stato, insomma, sarà «sterile ai fini del potere», senza diritto di voto. Il suo apporto sarà tempestivo e anche temporaneo. Nell'incontro con i giornalisti si sprecano le parole di rassicurazione e tranquillizzazione. Berlusconi spiega: «Nessun risparmiatore rischia». E insiste: gli italiani devono «stare sereni perché da noi ci sono le più forti garanzie» e a quelle «mutualistiche tra le banche» si aggiunge «quella del governo». Poi platealmente fa il gesto di voler timbrare un foglio con la mano destra chiusa a pugno che batte: «Nessun risparmiatore italiano perderà un euro. Questo è un timbro notarile su una cosa che era già certa». E ancora: «La crisi dei mercati di questi giorni è opposta a quella del '29. Siamo in un momento di bolla speculativa all'incontrario che rientrerà, anche se nessuno può dire in quanti mesi». cita anche alcuni titoli come Eni, Enel, Mediaset che sicuramente hanno perso in Borsa nonostante siano solide anche dal punto di vista degli utili. Dice che questa situazione, di sottostima dei titoli, può durare mesi. «Voglio ribadire che gli italiani possono stare tranquilli - spiega il premier - il sistema bancario italiano non solo è assistito dalle più forti tutele mutualistiche tra tutte le banche, ma a queste si aggiunge anche la garanzia del Tesoro, ovvero la garanzia dello Stato. Quindi non c'è alcuna preoccupazione, e gli italiani non si devono neppure la domanda "ma devo andare in banca a ritirare i miei risparmi o il mio libretto di deposito?". Non credo che il materasso possa essere una cassaforte migliore di quella del sistema bancario». Stessi toni anche da Tremonti: il nostro sistema bancario è «sufficientemente patrimonializzato» e «sufficientemente liquido», e, inoltre, il sistema delle banche italiane «garantisce i risparmiatori nel modo più efficiente in Europa». Per questo il decreto punta ad aggiungere «alle garanzie giá presenti la garanzia pubblica, nella convinzione che non serva», continua il titolare del dicastero di via XX Settembre. Che aggiunge: «Impediremo che qualsiasi banca fallisca e se c'è dietro lo Stato - dice Tremonti - nessuna banca fallisce». In conferenza appare anche il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Poche parole, per confermare la linea del governo. E già questa è una notizia.  

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