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Laura Della Pasqua [email protected] Nemmeno la ...

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Nelle Borse ieri ha dominato la volatilità ed è fallito in gran parte l'atteso rialzo all'indomani del crollo peggiore che i mercati ricordino. A New York il Nasdaq è arrivato a perdere oltre il 4% dopo che il presidente della Fed Ben Bernanke ha lasciato intendere di essere pronto a tagliare i tassi Usa e ha detto che i rischi per la crescita economica sono cresciuti. Secondo Bernanke gli ultimi dati suggeriscono che «le previsioni per la crescita sono peggiorate e che i rischi soggiacenti sono incrementati». I mercati del Vecchio continente dopo un'apertura in deciso rialzo, hanno iniziato a girare in negativo. Verso metà seduta sono però tornati in positivo, per poi però sparpagliarsi. Gli investitori europei si sono lasciati condizionare dalla mossa della Fed che ha deciso di aiutare le imprese nelle loro attività di finanziamento sui mercati monetari. La banca centrale americana punta, in particolare, sulla creazione di una società ad hoc preposta all'acquisto dei «commercial paper», strumenti finanziari di breve termine attivi sui mercati monetari. Sull'andamento dei mercati hanno pesato anche le notizie non proprio positive in arrivo da Bruxelles, ovvero la bocciatura da parte dell'Ecofin dell'idea (sostenuta da Italia, Francia e Olanda) di creare un fondo Ue per salvare le banche. Tutti questi fattori hanno agitato le Borse. Milano dopo il rialzo iniziale, ha perso terreno fino a cedere fino all'1,9%. Poi il Mibtel è tornato positivo per poi cedere di nuovo. Conclusione: Mibtel e S&P/Mib hanno segnato in chiusura rispettivamente -0,91% e -0,65%. Anche ieri c'è stata una raffica di sospensioni al ribasso, alcune proseguite fino alla chiusura. È il caso di Fiat che lascia sul parterre il 7,13% aggiornando i minimi fino a 7,225 euro, con scambi sopra la media. A lungo sospesa, si riscatta invece Geox chiudendo a +0,61%. Sono i titoli del credito a guidare l'onda dei ribassi. In controtendenza solo Intesa SanPaolo (+1,30% a 3,5 euro) e FonSai (+0,55% a 14,1 euro). Pesante, invece, Bpm (-12,96% a 4,75 euro), Mediolanum (-9,15% a 2,96 euro) e Unipol (-7,32% a 1,32 euro). Leggero calo per Mediobanca (-0,23% a 9,05 euro) che ha tenuto l'ultimo consiglio di sorveglianza prima del passaggio dalla governance duale a quella tradizionale. Regge l'urto Generali (+0,09% a 21,6). Dopo una momentanea risalita Unicredit è tornata a cedere il 4,02% a 2,785 euro penalizzata dal taglio del rating da parte di Moody's dopo che lunedì Standard & Poor's aveva rivisto l'outlook. A penalizzare le azioni dell'istituto di credito all'indomani della presentazione del piano di ristrutturazione del gruppo sono stati anche i giudizi di alcune banche d'affari. L'Enel (+2,48% a 5,6 euro) dà l'intonazione ai titoli del comparto dell'energia. Segno più anche per Eni (+1,76% a 16,9 euro), Edison (+2,12% a 1,10 euro). Exploit di Tenaris (+8,68% a 11,5 euro), più contenuta Terna (+0,41% a 2,4). Affonda, invece, Saipem (-5,52% a 15,3). Ancora una giornata con il segno meno per Telecom Italia. Il titolo del gruppo telefonico scende del 2,39% a 0,93 euro. In Europa la situazione è estremamente variegata. Perdono oltre l'1% Francoforte e Amsterdam. In vetta Madrid a +0,9% seguita da Parigi a +0,5% e da Londra a +0,3%.

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