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L'Ecofin boccia il fondo ma dice sì agli aiuti di Stato

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Nel giorno in cui il Fondo monetario internazionale lancia l'ennesimo allarme sui costi della crisi, 1.400 miliardi di dollari a livello globale, i 27 ministri economico-finanziari europei riuniti a Lussemburgo hanno messo a punto la loro risposta che legittima i salvataggi con gli aiuti di Stato e innalza a 50mila euro il tetto Ue sulle garanzie dei depositi. «No» categorico, invece, a soluzioni nazionali a scapito del «vicino», ha ammonito Tremonti. «La creazione di un fondo avrebbe trasmesso un messaggio politico più forte - ha affermato il ministro dell'Economia - Non si trattava di un pentolone unico come diceva la Germania, non era una cassa comune, ma una regola comune per avere in ogni paese lo stesso sistema, alimentato con una quota del pil nazionale». Sebbene sia stato accantonato, «il "fondone" resta il piano B» ma «per andare a letto bisogna essere in due», ha sottolineato il titolare del Tesoro. Tremonti è comunque «soddisfatto» per i risultati. «La formula che ha prevalso va bene», ha detto sulla decisione di attuare con flessibilità le norme Ue sugli aiuti di Stato in modo da salvare le banche senza essere sanzionati. «Non è stato cambiato il Trattato» ma vi è «un criterio di legittimazione sistematica degli interventi» anche se «passeranno sempre per la Commissione Ue» ha detto. «Siamo passati dal divieto alla regola, dalla cosa vietata a quella che, se canalizzata, viene sostenuta da Bruxelles. Non c'è uno schema uguale per tutti ma la Commissione invece di cacciarti nella stanza delle sanzioni ti accoglie in quella dei permessi». Di certo però va bandito ogni squilibrio e competizione su un mercato al momento così colpito. «No all'asimmetria e no alla competizione. Non esistono soluzioni nazionali», ha ammonito Tremonti. «Consideriamo negativa la competizione nel sostenere i salvataggi» ha incalzato. «Se uno per salvare il suo sistema introduce un ulteriore elemento stressante di competitività... non faccio nomi ma ci siamo capiti» ha detto. Lo scenario europeo recentemente ha in effetti mostrato diversi casi di interventi unilaterali con tanto di rischi per la concorrenza: dall'Irlanda che ha dato garanzia illimitata sui depositi attraendo dunque i risparmiatori britannici, alla Germania che ha varato misure simili. Tremonti ha poi colto l'occasione per fare un affondo contro il Pd, che lo ha accusato di aver sostenuto i mutui ipotecari nel 2003. «Chi usa carte false dimostra di essere un comunista vero» ha replicato. L'Ecofin ha poi trovato l'accordo sull'innalzamento della soglia minima per le garanzie sui depositi da 20 a a 50mila euro. L'Italia già assicura una copertura dei risparmi fino a 103mila euro. «Ci siamo trovati d'accordo per aumentare fin da ora il minimo di garanzia a 50mila euro, pur notando che numerosi stati membri si sono mostrati determinati a elevarla a 100mila» ha spiegato il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde, presidente di turno Ue. I ministri delle Finanze europei riuniti a Lussemburgo hanno inoltre concordato «i principi comuni» che guideranno l'azione dei Paesi membri contro la crisi finanziaria: gli interventi dovrebbero essere rapidi e temporanei; va riposta particolare attenzione agli interessi dei contribuenti; gli azionisti dovrebbero sopportare le conseguenze degli interventi; i governi dovrebbero essere in condizioni di cambiare il management; i management non dovrebbero mantenere benefici non dovuti e i governi potrebbero avere il potere di intervenire sulle remunerazioni. Ma la banca ideale? «Senza computer, né bancomat, e non parla inglese» parola di Giulio Tremonti, convito che il modo migliore per fare investimenti sia «un sistema cartaceo, primitivo».

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