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Filippo Caleri [email protected] Mentre Unicredit, per ...

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Così ieri il direttore generale Pietro Modiano ha cercato di rassicurare il suo management. Alle prime linee della banca: capi area e capi mercato, il dg ha riferito della delicatezza del momento ma ha ribadito che i capitali della banca sono sani e non ci sono problemi di liquidità, con la raccolta che copre gli impieghi. L'intervento di Modiano è riuscito a dare serenità ai capi area che, a loro volta, hanno trasmesso il segnale alla rete di vendita. Il risultato delle sue parole è stato il ritorno in positivo del titolo. Le azioni di Intesa SanPaolo hanno chiuso con un aumento dell'1,3% a quota 3,5 euro. Le parole non sono bastate invece a far risalire la china a Unicredit. Al gruppo di Piazza Cordusio è mancato il rimbalzo e in Borsa, alla chiusura, ha lasciato un altro 4,02% a 2,797 euro. Forse per sperare in un recupero serve un'altra scossa. Che potrebbe arrivare dai fondi sovrani libici per il bond convertibile che farà da rete di sicurezza all'aumento di capitale da 3 miliardi, nell'ambito del piano complessivo da 6,6 miliardi. Tra i grandi soci, poi, anche la Regione Sicilia ha annunciato la propria adesione all'aumento di capitale. Il gruppo sta invece già definendo l'ulteriore contenimento dei costi annunciato e annuncerà, forse già oggi, una riduzione di 700 posti nell'unità di investment banking, rispetto ai 3.500 attuali. Stamattina l'ad Alessandro Profumo sarà a Londra per un incontro con gli investitori in agenda da tempo, ed è possibile che con l'occasione emergano nuove indicazioni sulle prossime mosse del gruppo. Nessuna novità è invece arrivata da Milano dove ieri il consiglio di sorveglianza di Mediobanca, oltre ad approvare il bilancio 2007-2008 convocando l'assemblea per il 28 ottobre, ha preso atto dell'operazione Unicredit, che era già stata approvata dal comitato fidi. Il patto di sindacato di Mediobanca si è invece limitato al bilancio, senza affrontare il tema Unicredit (nè Telecom). Tra le fondazioni azioniste è cominciata nel frattempo una riflessione per mettere a punto la governance, in particolare rispetto alle modalità di comunicazione tra il management e i soci. Gli enti (Cariverona, Crt e Carimonte), come per altro anche gli altri grandi azionisti e il pubblico dei risparmiatori sono stati informati infatti solo in ritardo della necessità della banca di ricorrere a una ricapitalizzazione. Non è comunque in discussione una ridefinizione dei poteri dell'amministratore delegato, Alessandro Profumo, o una messa in discussione il ruolo dei principali manager. Oltre alla Lafico hanno dato la propria disponibilità anche il gruppo Pesenti, secondo quanto si è appreso, e, oltre alle diverse fondazioni (Cariverona, Crt, Carimonte, Banco di Sicilia, Fondazione Roma, Manodori e Banco di Sicilia) e alla Regione Sicilia. Sono pronti ad aderire anche FonSai, Allianz, Generali e Mediobanca Dopo la riduzione delle prospettive sul rating annunciata ieri da Standard & Poor's, è intervenuta oggi l'agenzia Moody's, che ha tagliato il rating Unicredit da Aa3 ad Aa2.

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