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Ma Walter ormai ha perso il collegamento con la realtà

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Gli elettori del Pd, così come quelli d tutti gli altri partiti sono angosciati o perché piccoli azionisti di una borsa che perde a livelli mai visti. O come azionisti o correntisti di banche finite nella tempesta come Unicredit o come piccoli imprenditori o artigiani che sanno di non potere più contare nei prossimi mesi su normalissime linee di credito, o come dipendenti di assicurazioni, banche, o piccole imprese che possono essere se non travolte, pesantemente condizionate in negativo dalla crisi. Ma Walter Veltroni non si accorge di nulla, non ne tiene conto e continua a organizzare la sua manifestazione del 25 ottobre guardando a Di Pietro, alle pugnalate alla schiena di D'Alema o Rutelli su una piattaforma — questo è incredibile — che è identica di fatto a quella dei Ds del 25 aprile 1994. Il centro di questa «storica» mobilitazione è sempre lo stesso: antiberlusconismo. L'unica cosa concreta di cui si occupa è la nomina del Cda della Rai e dei futuri direttori di testata. Così, quando gli si pone una domanda diretta sul tema, Veltroni risponde in un modo disarmante. Ieri mattina, intervistato da Concita de Gregorio su Radio 3 si è così espresso sulla crisi dei mutui: «È colpa della destra, perché prima sosteneva che il capitalismo doveva essere libero e selvaggio e ora a farne le spese sono i cittadini». La rozzezza di questa analisi è pari solo alla sua falsità: è noto a tutti, infatti che la responsabilità di questa bolla speculativa è tutta dell'Amministrazione Clinton e del governatore della Fed Alan Greenspan da lui nominato, che nel 1995 e poi nel 2000 permisero, con leggi e provvedimenti vari, gli Hedge Fund, i mutui subprime e tutta quella galassia di «derivati» che hanno moltiplicato per coefficienti di fantasia il valore reale dei beni patrimoniali sottostanti. Ma evidentemente Veltroni ha deciso di non fare i conti col reale, di pigiare l'acceleratore solo sulla propaganda più sboccata. Come sempre, l'unico che su questo terreno è discretamente con le carte i regola è Massimo D'Alema, e sarebbe allora auspicabile per il bene non soltanto del Pd, ma anche del Paese, che tra Veltroni e D'Alema si avviasse sul tema, se non un «dialogo» — che i due fingono di avere, ma non hanno — almeno una seria e costruttiva trattativa.

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