Schifani rimprovera Veltroni: «Toni troppo accesi»
A «Domenica in», il presidente del Senato ripete di credere che «il dialogo tra Berlusconi e Veltroni si possa riannodare»; anche se, nota, c'è «un avvelenamento dei rapporti politici», con «toni eccessivamente accesi». «Avevo riconosciuto e continuo a riconoscere a Veltroni — sono le parole di Schifani — un grande merito: quello di aver iniziato un periodo di reciproca legittimazione, avviato con l'incontro tra lui e Berlusconi sulla legge elettorale. Lì si era data una svolta. Finalmente le parti si erano riconosciute e legittimate». «Poi però — dice — vi è stato un avvelenamento dei rapporti politici. In questo avvelenamento registro le dichiarazioni di Veltroni che fanno parte, sì, dello scontro ideologico-politico, ma che vanno osservate. Ho già detto che non vedo affatto pericoli di autoritarismo; se mai, intravedo dei toni eccessivamente accesi. Mi auguro invece si torni al clima di confronto precedente e che si parli dei problemi del Paese, coniugando le reciproche posizioni». Parole che alcuni leggono come un attacco frontale al leader del Pd, che però Schifani provvede subito a stemperare. Una nota del suo Ufficio stampa precisa, «al fine di evitare fraintendimenti di qualsiasi genere, che il presidente del Senato non ha addebitato al leader del Pd l'esclusiva responsabilità dell'avvelenamento del clima politico auspicando invece fortemente una ripresa del confronto». Ma evidentemente non basta. Con Schifani si schierano Capezzone (FI) e Rotondi (Dc), mentre si lancia all'attacco Franceschini: «Da chi occupa un ruolo di garanzia e istituzionale come Schifani — sbotta il numero due del Pd — ci si aspetta che ci pensi non una ma cento volte prima di attaccare il capo dell'opposizione». Durissimo anche Arturo Parisi: «Capisco che Schifani rimpianga il Veltroni dei mesi scorsi. Ma accusarlo di avvelenamento del clima politico — sostiene — solo perché ha ora deciso di svolgere la funzione di opposizione che il voto di aprile ci ha attribuito è certo troppo». Nel frattempo, tra Schifani e Veltroni ci sono contatti telefonici, confermati da una seconda nota di Palazzo Madama, in cui il presidente del Senato ha ribadito al leader del Pd «la sua totale assenza di volontà polemica nei suoi confronti, ricordandogli, tra l'altro, di avergli sempre riconosciuto di aver avviato per primo il processo di semplificazione della politica del paese con la nascita del Partito Democratico». La sua era solo una «valutazione generale e complessiva sull'andamento del clima politico», per il quale Schifani auspica «il ritorno al dialogo». Telefonata e nota che soddisfano il Pd. Lo «spiacevole incidente», a sera, secondo il Partito Democratico, è chiuso.