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«Quando mi dicono "italiana di m..." nessuno si scandalizza»

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«È colpa della sinistra che sta portando avanti una politica pericolosa facendo passare atti di criminalità comune come atti di razzismo. Dopo l'uccisione di Abba, ad esempio, Fassino disse che "Milano di macchiava di reati razzisti". Questo è devastante». Perché? «È devastante per il messaggio che passa, per i giovani e per l'immagine del nostro Paese all'estero. Oggi i giornali stranieri dicono che l'Italia è razzista, ma non è vero. È una questione ideologica e faccio una scommessa: fino a quando ci sarà il governo Berlusconi la polemica sul razzismo andrà avanti». Quindi non esiste un'emergenza razzismo? «Assolutamente no. L'altro giorno Repubblica ha fatto scrivere su questo tema Gad Lerner. Questi cattivi maestri non possono più scrivere devono essere banditi, censurati. Io voglio dire che un nero è delinquente esattamente come lo dico di un bianco o di un giallo». Non crede che il centrodestra abbia contribuito a questa situazione cavalcando le paure degli italiani? «Gli italiani hanno paura. Percepiscono un'assenza di regole. E dalla paura all'ostilità il passo è breve». Che fare quindi? «Dobbiamo smetterla con l'ipocrisia e il falso buonismo. Io sono dalla parte degli immigrati che lavorano. Se non si combatte la clandestinità il rischio è che si faccia di tutta l'erba un fascio». Intanto, però, anche la Chiesa vi critica. «La Chiesa ha una missione da compiere diversa dai compiti della politica: quella della solidarietà. Anche se il Papa ha parlato più volte di immigrazione compatibile». Maroni sta svolgendo bene i compiti della politica? «Maroni sta facendo tutto il possibile. Sono d'accordo con la sua idea di federalismo della sicurezza anche se la polizia municipale, dopo aver ricevuto maggiori poteri, deve essere addestrata. Non condivido, invece, la retromarcia sul reato di clandestinità». Forse temeva di essere etichettato come razzista? «Non c'è problema. Presto avvierò una raccolta di firme in tutta Italia per introdurre questo reato attraverso una petizione popolare. Così toglierò l'imbarazzo al governo». N. I.

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