Susanna Novelli [email protected] Alla fine la svolta è ...
C'è orgoglio nelle parole del sindaco che non smette di sottolineare come questa «sia la conferma che il governo di centrodestra non è contro Roma e non è un governo del Nord». E in effetti negli atti approvati ieri a Palazzo Chigi c'è molto di più di quanto ci si potesse attendere. Soldi, poteri e uno status istituzionale destinati a cambiare la storia della Capitale. Soldi, innanzitutto. Al Comune di Roma è assegnato un contributo ordinario di 500 milioni di euro per l'anno 2008, per l'anno 2009 si prevede l'erogazione di un fondo, sempre di 500 milioni di euro, approvato il 30 settembre dal Cipe. A partire dal 2010, invece, con l'attuazione del federalismo fiscale, viene riservato «prioritariamente a favore di Roma Capitale - si legge nel testo - un contributo di 500 milioni di euro annui». «Finalmente Roma non dovrà più elemosinare a ogni finanziaria per tentare di tenere in equilibrio un bilancio che rotolava sempre più in basso - commenta Alemanno - in questi anni si sono accumulati debiti per 8,6 miliardi di euro e di questi, 1,8 miliardi non figuravano nei bilanci. La situazione era ormai tale che a maggio non eravamo neanche in condizione di pagare gli stipendi. Oggi abbiamo le risorse per sanare i debiti, senza aumentare le tasse e senza tagliare i servizi sociali. Questo è il risultato che portiamo dopo 5 mesi di governo e da questo momento possiamo dire di avere una situazione di vero risanamento». La prospettiva di avere i conti in ordine nonostante sia un passaggio fondamentale, arriva persino ad oscurarsi davanti all'emendamento che si attende da più di sessantanni e che, nonostante la riforma del Titolo V della Costituzione voleva attuato già nel 2001, era rimasto lettera morta. Roma sarà Capitale. Avrà funzioni e poteri autonomi e speciali. E se già questo è rivoluzione istituzionale, l'articolo 7 dell'emendamento al disegno legge sul Federalismo fiscale, potrebbe assumere il sapore della storia. A Roma è riconosciuto e attribuito un patrimonio commisurato alle sue funzioni e competenze. Si stabilisce inoltre il trasferimento, a titolo gratuito, dei beni appartenenti al patrimonio dello Stato non più funzionali. Si pensa alle ex caserme, innanzitutto, ma una valutazione reale ci sarà soltanto dopo il censimento degli immobili. «Abbiamo agganciato questo emendamento al disegno di legge collegato alla Finanziaria, così dovrà essere approvato entro la fine dell'anno. Oggi usciamo dal paradosso secondo il quale Roma era l'unica Capitale europea con gli stessi poteri di Comuni con un numero nettamente inferiore di abitanti. C'è tempo per lavorare insieme al presidente della Regione, Marrazzo e a quello della Provincia, Zingaretti, che del resto erano già informati. Oggi si è aperto un varco e invito il presidente Marrazzo a riflettere. Non potevamo e non possiamo perdere quest'occasione che Roma attende ormai da troppi anni. Se non agganciavamo l'emendamento al Federalismo fiscale sono convinto che la riforma su Roma Capitale sarebbe rimasta virtuale». Un'occasione storica e inaspettata, forse in fondo anche per Alemanno stesso che confessa: «Solo quando è uscito il ministro Matteoli con il decreto e l'emendamento in mano, ho capito davvero che era fatta».