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Fini "Non abusate dei decreti" Il Cavaliere: "Cambino le regole"

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Fini e Berlusconi

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Il polverone si è alzato in mattinata, quando tutta l'opposizione, in polemica con la risposta di Tremonti sulla Finanziaria, ha chiesto l'intervento del presidente della Camera in difesa delle prerogative del Parlamento. Fini ha quindi preso la parola e subito ha replicato alle parole del premier: «Un eventuale abuso della decretazione d'urgenza comporterà anche da parte della Camera il diritto dovere di far sentire la sua voce». Fini, annunciando che del tema del rapporto governo-Parlamento anche sotto il profilo dell'eventuale riforma del regolamento della Camera investirà l'Ufficio di presidenza, ha ricordato quanto affermato nel proprio discorso di insediamento circa l'auspicio che si giunga a riforme costituzionali adeguate, ma ha avvertito: «Fino a quando la Costituzione è quella su cui il presidente della Camera ha giurato, il rapporto tra governo e Parlamento è chiaramente regolato dalla Costituzione stessa. Nessuno può pensare - ha sottolineato - di comportarsi in modo diverso da ciò che la Costituzione prevede». Un messaggio diretto a Palazzo Chigi, che il presidente del Consiglio non ha digerito. Berlusconi decide di ribadire che userà lo strumento del decreto ogni volta sarà necessario. «I parlamentari sono dei depressi - ha detto il premier - perché sprecano il loro tempo e hanno un'opposizione che fa solo istruzione. Per questo facciamo i decreti». Secondo Berlusconi la colpa è di un Parlamento che non ha un regolamento al passo con le esigenze del Paese. Insomma, la tirata d'orecchie a Fini è arrivata. «Il Parlamento deve cambiare», dice invitando presidenti di Camera e Senato a impegnarsi per nuove regole che rendano più veloci gli iter dei provvedimenti. Ma all'opposizione, che già da tempo sta denunciando lo svuotamento del dibattito parlamentare da parte del governo, le parole di Berlusconi sono suonate come musica: «L'annuncio del presidente sull'arrivo di una raffica di decreti legge, conferma l'atteggiamento che il governo ha verso il Parlamento che viene continuamente calpestato», ha attaccato il numero due del Pd, Dario Franceschini, sintetizzando l'opinione della maggioranza degli esponenti di centrosinistra. Duro anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: «Negli ultimi mesi il Parlamento è stato relegato al ruolo di passacarte». Berlusconi, in serata, ha così deciso di precisare le sue parole sull'uso dei decreti, ma è tornato a insistere sul fatto che il Parlamento ha bisogno di regole nuove che garantiscano tempi più veloci. «Invito i capigruppo e i presidenti di Camera e Senato a procedere perché si cambino i regolamenti e il sistema affinché l'approvazione delle leggi sia più rapida così come accade nel resto d'Europa», ha detto il premier. Quindi, rivolto a Veltroni e alle sue accuse di rischio di una deriva autoritaria e del netto «no» a una sua possibile candidatura al Colle, Berlusconi ha osservato parlando di aumento di poteri del premier: «Non comporta nessun rischio di regime autoritario o dittatoriale come dice qualcuno...».

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