Giancarla Rondinelli g.rondinelli@iltempo.it Si legge ...
Il soggetto in questione è Luciano Violante, ex esponente del Pds, ex magistrato, ex presidente della Camera. Ma unico invitato del centrosinistra alla festa del Popolo della Libertà. Alla kermesse pidiellina - in programma da oggi fino a domenica a Milano - non ci sarà infatti nessun altro esponente della sinistra. O meglio, non è proprio stato fatto nessun altro invito. Parola di Ignazio la Russa, deux ex machina della festa. Una partecipazione, quella di Violante, che ha lasciato più di qualcuno un po' perplesso, soprattutto in casa Forza Italia. Snocciolando il programma della festa si trova l'ex esponente del Pds alla voce Riforme: Violante si confronterà con Gaetano Quagliariello, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e Italo Bocchino. La motivazione, quella ufficiale, la fornisce direttamente chi ha stilato il programma: «Nella scorsa legislatura un solo atto è stato bipartisan - chiosa La Russa - ossia il lavoro sulla bozza Violante in commissione Affari costituzionali della Camera. Ricominciamo da lì». Quindi, come dire, nulla di strano. C'è però anche una versione ufficiosa. Quella che fa capo ad un'antica amicizia tra Violante e La Russa (l'ex magistrato ha sempre partecipato alle feste del Tricolore), che passa per l'allontanamento sempre più evidente dell'ex presidente di Montecitorio dalla mentalità di sinistra, che, da uomo della "lex", appoggia la riforma della Giustizia a cui sta lavorando la maggioranza, che vira nettamente dalle posizioni del Partito democratico, diventando uno dei pochi, se non l'unico uomo di sinistra, con cui poter dialogare. Questo almeno per An. Non a caso, qualche mese fa La Russa se ne uscì con l'apertura a Violante come presidente della Consulta. «Ha la mia stima io lo voterei - ammetteva il ministro della Difesa». Neanche a dirlo, le esternazioni di La Russa hanno suscitato un profondo gelo in Forza Italia, notoriamente diffidente nei confronti di Violante: «Prima di fare dichiarazioni devo capire come stanno le cose», rispondeva freddo il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto. Da via dell'Umiltà si precisava anche che «La Russa aveva espresso una posizione personale», descrivendo Violante «troppo di parte per la Corte». Tradotto: su di lui c'è il veto di Berlusconi. Del resto, qualcuno ricorda che la diffidenza azzurra nei confronti dell'ex magistrato ha radici storiche. Basta tornare indietro con la memoria al 1994, quando tra l'ex pidiessino, allora presidente della Commissione antimafia, e Silvio Berlusconi, allora capo di Fi, c'era una tensione che si poteva tagliare con il coltello. Tornando all'invito per la festa del Pdl, Italo Bocchino (An) smorza la questione: «Il passato è passato. A noi interessano le riforme e con Violante si può discutere». Ma da Fi, silenziosamente, qualcuno replica: «Il tempo passa e la politica va avanti. Certe cose però non si dimenticano, soprattutto quando si toccano certi argomenti».