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Cicchitto: "Ora avanti con la giustizia"

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Cicchitto

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Se ci sarà il consenso dell'opposizione ben venga ma in caso contrario noi continueremo ad andare avanti per la nostra strada». Sul documento della Cai manca ancora la firma del sindacato dei piloti ma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto guarda già avanti. E avanti ci sono la riforma della giustizia e della scuola. La vicenda Alitalia in che modo segnerà i rapporti con l'opposizione? «Non posso dire che ci sarà un miglioramento nei rapporti con l'opposizione. Veltroni prima ha tentato di mandare all'aria il piano della Cai sperando nel tanto peggio tanto meglio, poi ci ha ripensato e in queste ore sta cercando di accreditarsi presso l'opinione pubblica come uno dei protagonisti del salvataggio della compagnia. Ma sin dall'inizio era chiaro che quella della Cai era l'unica strada percorribile. Il problema Alitalia si sarebbe risolto molto prima se non si fossero messe di traverso due forze: i piloti e la Cgil insieme all'ala veltroniana del Pd con il preciso scopo di far saltare tutto». Però non si può non riconoscere che il leader del Pd ha fatto pressing sulla Cgil per la firma dell'accordo. «Quando Veltroni ha capito che l'opinione pubblica gli si stava rivoltando contro e che l'affare Alitalia gli avrebbe alienato altri consensi, allora è corso ai ripari. Ma l'ha fatto continuando a attaccare a testa bassa Berlusconi e offendendo il ministro Sacconi». Questo vuol dire che ora con il Pd il dialogo si è raffreddato? «I rapporti erano peggiorati da tempo, da quando Veltroni aveva creduto che l'unico modo per rilanciarsi e attenuare la caduta libera della sua leadership era attaccare Berlusconi. La parte finale di questa vicenda poteva comportare un miglioramento dei rapporti se ci fosse stata una convergenza di posizioni ma Veltroni con il suo expolit a Porta a Porta, ha di nuovo rovinato tutto. Ha detto che lui era il protagonista della soluzione del problema Alitalia e poi ha attaccato Berlusconi». Il governo esce più forte dopo la soluzione del caso Alitalia. Vuol dire che ora potrà fare a meno dell'opposizione per le riforme? «Innanzitutto la vicenda dell'Alitalia si concluderà quando i piloti firmeranno. Le altre partite sul tavolo del governo sono la giustizia, il federalismo fiscale, la scuola. Quanto al dialogo, l'aver risolto il problema della compagnia di bandiera non avrà come conseguenza una implicazione di arroganza con la sinistra. Se sulle riforme costituzionali si troverà un terreno di dialogo bene, al di là di queste polemiche. Ci sono delle materie per le quali è auspicabile l'intesa». Sul controverso tema della riforma della giustizia andrete avanti da soli? «Mi auguro che avremo un consenso dall'Udc. Meglio avere dei punti di convergenza con l'opposizione ma se non ci dovessero essere non ci bloccheremo». Vuol dire che l'opposizione è in una posizione di debolezza? «Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Anche la vicenda Alitalia ha fatto riemergere le divisioni nel fronte dell'opposizione. Udc, Pd e Idv hanno assunto posizioni diverse». Ora sarà più facile convincere l'Udc a venire nel Pdl? «Questa non è una cosa all'ordine del giorno. È un problema di lunga prospettiva che dipende da molti fattori. Me lo auguro ma so che non è una questione all'angolo della strada». La vicenda Alitalia ha ridisegnato la mappa del potere? «La situazione non va posta in questi termini. C'è un governo del fare, che prende decisioni e il mondo imprenditoriale e finanziario ne prende atto. Questo ha indotto forze imprenditoriali con una posizione politica di centrosinistra a impegnarsi in modo significativo nell'operazione di salvataggio della compagnia. È evidente che realtà industriali e della finanza che fino ad ora guardavano con sospetto il centrodestra, ora si sono ricreduti».  

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