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In piazza il fronte del sì

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Alitalia

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La manifestazione ha visto scendere in campo una larga maggioranza del personale di terra aderente alle sigle sindacali della Cisl, Uil e Ugl che, insieme ad un gruppo decisamente più ristretto di piloti e assistenti di volo, ha voluto rimarcare la propria adesione all'accordo quadro proposto dalla Cai per salvare la compagnia di bandiera. Il fronte del «sì» si è ufficialmente fatto vivo intorno alle 10, per quello che secondo gli organizzatori dovrebbe poi trasformarsi in un presidio fisso per far sentire anche la voce di chi crede che la Cai sia l'ultima possibile spiaggia per salvare migliaia di posti di lavoro. Da una parte c'erano i piloti, stretti in grossi cartelloni bianchi, inneggianti ad un accordo che «rispetti il loro lavoro», dall'altra il personale di terra, molto agguerrito e numeroso, che non ha risparmiato urla e insulti ad ogni singolo pilota di passaggio. «Pagati il mutuo, pilota pagati il mutuo» e «Buffoni», sono stati solo alcuni degli slogan diretti alla categoria che secondo i manifestanti ha la responsabilità di aver bloccato la trattativa, solo a proprio vantaggio. «Noi siamo la manovalanza di questa azienda - spiega Pino Mattaione, responsabile Uil - siamo quasi tutti precari, addetti ai bagagli o alle pulizie, ma non per questo ci mettiamo a discutere un accordo che può salvare l'azienda, solo per salvarsi poi il proprio lauto stipendio come stanno facendo i piloti. O si firma o c'è il fallimento e magari la cassa integrazione. Per questo siamo qui per dire a Fabio Berti dell'Anpac e Massimo Notaro dell'Unione piloti di firmare l'unico accordo che può difendere tutti i posti di lavoro». «Vogliamo lavorare tutti è ovvio - aggiunge Pietro, addetto alle pulizie di Alitalia Airport - ma se i piloti non firmano, qua si va tutti a casa. Non sarà meglio trovare un minimo di copertura e poi vedere che succede?» Il gruppo colorato delle tute verdi ha continuato la «caccia verbale» al pilota, prudentemente circondati da un cordone di una cinquantina di poliziotti che ha tenuto i manifestanti lontani dal varco equipaggi, dove il «fronte del no», piloti e assistenti che non vogliono firmare, sono riuniti ormai da giorni. «Quelli che non vogliono firmare - urla Antonio, addetto ai bagagli - c'hanno lo stipendio di 2mila euro e passa, noi del personale di terra arriviamo a meno di mille. Eppure siamo qui perché piuttosto che mandare a casa tutti, bisogna arrivare a dei compromessi. Loro invece pensano solo al proprio interesse o al mutuo». Intorno all'una e mezza il corteo si è sciolto, ma il «fronte del sì» ha promesso altre iniziative di piazza da organizzare nei prossimi giorni fino alla sperata firma.  

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