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Rimangono briciole di tempo per tenere in apnea la vertenza ...

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Anche se questa soluzione determinerà una crisi non solo per la compagnia, con i suoi 20 mila dipendenti a vario titolo, ma anche per un fiorente (ed incolpevole) indotto, ricco di attività di ogni tipo. Solo l'avvio di una procedura concorsuale (diretta da un magistrato) potrebbe consentire quella cesura netta con un passato che è divenuto ormai la palla al piede di un'azienda di trasporto aereo che — se opportunamente ristrutturata — sarebbe in condizione di continuare a volare. La stragrande maggioranza degli italiani considera come un insulto personale il comportamento dei sindacati della compagnia renitenti all'accordo. I nostri concittadini sono sicuramente rimasti sconvolti nell'assistere alle manifestazioni di giubilo con cui è stata accolta l'annuncio del ritiro dell'offerta Cai. Ma in quell'entusiasmo per noi incomprensibile c'è qualcosa di più: la speranza che il sistema delle protezioni che hanno consentito all'Alitalia (e al suo personale) di vivere al di sopra di ogni ragionevole possibilità, si sia solo inceppato, ma che presto — complice l'establishment politico-sindacale — tornerà a funzionare. Tanto più che per molti dipendenti sembra preferibile avvalersi del largo ombrello degli ammortizzatori sociali piuttosto che lavorare, passando così da una condizione di lavoro assistita ad una di nullafacenza retribuita. Non a caso una delle hostess giubilanti ha candidamente dichiarato sugli schermi televisivi: «Adesso è lo Stato che deve ricomprare l'azienda». Nei giorni scorsi si è parlato di una «nazionalizzazione a termine», allo scopo di mantenere in vita la compagnia, fino alla ricerca di un nuovo acquirente. Sarebbe un vero e proprio atto di follia collettiva che il Paese non perdonerebbe mai al Governo. Il Ministro Sacconi, per nostra fortuna, ha proprio in queste ore escluso che lo Stato debba oggi subentrare nella gestione, poiché sarebbe costretto a farlo congelando la situazione attuale con i suoi «grumi di privilegio». Si perpetuerebbe infatti una condizione insostenibile, anche perché è ormai chiaro che nessun compratore accetterà mai di acquistare una compagnia malata di sindacalismo deteriore come l'Alitalia. Il Governo deve ,come ha ben sintetizzato il Ministro Sacconi , osare e tenere duro. Sessanta milioni di italiani non possono essere ricattati da 1.400 piloti, tanto più che anche in quella categoria sta facendosi strada il buon senso. All'iniziativa promossa da Forza Italia del Veneto a Cortina sono arrivati sabato mattina - dando sfoggio alle loro eleganti divise - tre comandanti della compagnia per testimoniare che l'Anpac (alleata della Cgil) non può impedire l'accodo con Cai, a nome di tutti. Buon segno.

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