Alessandro Usai [email protected] Ogni mattina si alza, ...
Quel rito permette agli aerei della compagnia di bandiera di poter acquistare il carburante e decollare. Eppure nella mente di Fantozzi sono altri i pensieri che gli tolgono il sonno. Ha una grande responsabilità nella vendita di Alitalia e non sottovaluta un'eventuale azione penale nei suoi confronti da parte dei creditori del vettore. Se, come tutti si auspicano, la Cai dovesse tornare in corsa e ottenere il via libera all'offerta dai sindacati la partita non sarebbe ancora chiusa. Sì perchè non è scontato il nulla osta degli advisor nominati a valutare gli asset di Alitalia. Facciamo un passo indietro. Lo scorso 4 settembre il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha nominato il Gruppo Banca Leonardo quale esperto indipendente nella procedura Alitalia, come prevede il decreto sulla modifica delle norme per la ristrutturazione industriale delle imprese in stato di insolvenza. Fondata nel 2005 da Gerardo Braggiotti, uno dei 50 manager più influenti in Europa (è considerato l'erede di Enrico Cuccia come punto di riferimento del capitalismo italiano), Banca Leonardo ha il compito di effettuare la perizia sugli asset oggetto della richiesta di acquisto da parte della Cai per stabilirne il valore. Passano pochi giorni e il 9 settembre lo stesso Fantozzi nomina la banca d'affari Rothschild come advisor della compagnia e la affianca a Banca Leonardo. Quattro occhi sono meglio di due. I principali asset di Alitalia sono i suoi intangibles: slot e marchio, oltre al market power domestico di cui sarà dotata. Non solo i terreni e gli aerei, mediamente vecchi e assetati di carburante. Difficile stabilire il loro valore di mercato. Tanto che l'analisi delle due banche d'affari non sempre coincide. L'offerta della Cai valuta 400 milioni di euro gli asset di Alitalia. I consulenti sono al lavoro ma secondo una prima valutazione solamente gli slot, cioè i diritti di atterraggio, valgono ampiamente quella cifra. Inoltre viene limitata la concorrenza, come previsto dal decreto governativo dello scorso agosto, e il valore degli slot potrebbe superare agevolmente il mezzo miliardo di euro. Del resto alla fine del 2007 Alitalia ha venduto a Londra tre coppie di slot all'aeroporto di Heathrow incassando 54 milioni di euro. Così fonti vicine ai consulenti lasciano trapelare che la Cai dovrà comunque aumentare la sua valutazione. Di contro la cordata è convinta che il lavoro svolto dagli esperti finanziari di Intesa Sanpaolo nel calcolare l'offerta sia affidabile. L'unica cifra certa sono i debiti finanziari per circa 1,2 miliardi. A cui si aggiungono i 300 milioni del prestito ponte capitalizzato, debiti con i fornitori stimabili in 1,5 miliardi, 1,4 miliardi per ammortizzatori sociali e tutela degli azionisti. In totale lo Stato pagherebbe direttamente circa 2,9 miliardi. Quanto incasserà Fantozzi? La cifra dipenderà anche se il commissario si limiterà a vendere il tutto a Cai. La cordata ha posto come obiettivo di business 4,8 miliardi di fatturato, una capitalizzazione iniziale di un miliardo di euro (che probabilmente alla fine sarà ritoccata al rialzo) e un ritorno al pareggio operativo in due anni. Fantozzi non vuol correre rischi e assicurare condizioni di assoluta trasparenza. Se l'operazione Cai dovesse andare in porto sarebbe davvero paradossale mandare tutto a monte per non aver tenuto sotto controllo le valutazioni finanziarie