Polverini: «È colpa di una parte del sindacato»
Cai ha ritirato la propria offerta e la colpa è del sindacato. Non tutto, ma sicuramente di una sua parte importante. E per la seconda volta si lascia fuggire un possibile acquirente». Pensa alla Cgil? «L'Ugl ha dato tutta la propria disponibilità, assieme a Cisl e Uil, comprendendo che ci si trovava all'epilogo. Avrebbero dovuto capirlo anche altri, ma così non è stato». Crede si sia fatta prevalere una logica politica? «Lo snodo era delicato. Cai aveva chiaramente detto che era necessaria un'importante condivisione. Non voglio pensare che l'opposizione sia stata frutto di pregiudizi e posizioni politiche. Sarebbe un torto enorme alla storia del sindacato italiano». Ma quello di Cai era un buon piano? «Attraverso il confronto eravamo riusciti a cambiare il piano industriale. Non posso credere che non ci si sia accorti che avevamo raggiunto il punto di massima caduta oltre il quale, evidentemente, gli imprenditori non sarebbero andati». Quindi l'offerta era la migliore possibile? «Noi abbiamo sempre guardato la trattativa con gli occhi dei lavoratori cercando di arrivare ad un piano che garantisse il maggior numero di posti di lavoro. Negli ultimi giorni eravamo riusciti a inserire i 600 della manutenzione, 300 carrellisti e avevamo garantito un futuro certo ai dipendenti Atitech. Insomma abbiamo aggiunto 1000 unità in più garantendo quello che era il nostro obiettivo massimo. Mi permetto di dire che, nelle condizioni date, era il miglior piano possibile». Che ripercussioni avrà questa vicenda sul sindacato? «Il sindacato pagherà questa pagina così nera della propria storia. Abbiamo sbagliato tutti dando credito a coloro che sostengono che il sindacato sia ormai rappresentanza di interessi di parte. È stata una trattativa nervosa in tempi troppi brevi ce l'abbiamo messa tutta, adesso non ci sono né vincitori, né vinti. È una sconfitta dura da accettare, soprattutto per coloro che rappresentiamo». E ora, che succede? «Bisogna continuare a lavorare tutti insieme per evitare il fallimento. Anche perché, se ciò accadesse, non si sa che compagnia ne verrà fuori e chi raccoglierà le ceneri di Alitalia. Il rammarico è per aver buttato via notti intere di trattative per costruire la migliore soluzione possibile. In ogni caso una cosa è certa: quella di oggi è una sconfitta per tutti e il sindacato ha fallito la sua missione, due volte su due». Nic. Imb.