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Il vecchio sindacato punisce solo i lavoratori

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Quali le prospettive? E quali le conseguenze? Occorre distinguere le prime, attinentii ai possibili prossimi passi del Commissario Augusto Fantozzi e alle reazioni degli altri soggetti economici, dalle seconde, che riguardano gli effetti su famiglie, imprese e territorio. La prospettiva più probabile è l'attuazione di una normale procedura di liquidazione: Dato che non si è in un caso di sospensione temporanea d'attività, è difficile trovare una base giuridica per porre i lavoratori in cassa integrazione (che per di più sarebbe interamente a carico dei contribuenti. Molto più verosimile un'asta dell'azienda o di alcuni sui rami e la messa in disoccupazione e mobilità dei suoi dipendenti (con trattamenti marcatamente inferiori a quelli della cassa integrazione). L'implicazione è una pesante caduta di reddito nell'area (il Lazio e soprattutto Roma e dintorni, specialmente Acilia, Ostia e Fiumicino) dove sono concentrati i dipendenti (circa 10.000). Un'inchiesta de Il Sole-24 Ore, pubblicata il 17 settembre, stima che nell'indotto laziale i posti a rischio (nella capitale e nelle sue vicinanze) sono 3.000. A mio avviso, si tratta di una stima che erra per difetto. In primo luogo, non ci sarà un numero relativamente controllabile d'esuberi (circa 2000 in Roma e dintorni) ma la dismissione graduale dell'intero personale. In secondo luogo, la perdita di reddito per ciascuna famiglia sarà molto più forte (dall'80% al 40%, mediamente, dell'ultimo stipendio) con inevitabile tracollo di consumi in alcune aree. Si arriva a circa 5-6.000 uomini e donne nell'indotto che perderebbero il lavoro (oltre ai dipendenti Alitalia) a causa delle posizione oltranziste di alcune sigle e di coloro (Cgil, Pd, sinistra radicale) che hanno soffiato sul fuoco. Sono stime, ripeto, approssimative. Sarebbe auspicabile che l'Istat o le maggiori università romane ne producessero di più consistenti sotto il profilo dei dati e della metodologia. Gli interrogativi principali sono a) come cercare di evitare che la crisi locale diventi ancora più grave (anche perché avviene al momento di una crisi internazionale) e b) come e in che tempi uscirne. Le risposte alle due domande dipendono in gran misura da come andrà la procedura di liquidazione. Per quanto riguarda gli effetti diretti (i lavoratori Alitalia e le loro famiglie) tracolli d'altre compagnie aeree hanno mostrato che sulle ceneri di quella che fallisce o ne nascono nuove o compagnie competitive ne acuiscono le attività (aerei, slots). Non è impensabile che si rifaccia vivo il gruppo AirFrance-Klm per prendersi con un forte sconto (e ringraziando gli irriducibili del sindacato) parte delle attività che non è riuscito ad incorporare nove mesi fa. Oppure che parte degli investitori che avrebbero dato vita alla Cai creino una compagnia di piccolo e medio raggio. Anche per gli ex-lavoratori si tratterà di una partita nuova, con condizioni in linea con il mercato. E con datori di lavoro pronti a scegliere con oculatezza nella vasta offerta disponibile. Nell'indotto, le chances migliori sono quelle dei fornitori specializzati che serviranno a Fiumicino chi prenderà il posto di Alitalia.

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