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Epifani scarica sui piloti: "Noi abbiamo firmato"

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La Cgil ha firmato le parti dell'accordo sul piano di salvataggio di Alitalia e sui contratti dei lavoratori che rappresenta, cioè i dipendenti di terra di Alitalia. E, non rappresentando i piloti e gli assistenti di volo, in nome di un «elementare principio di democrazia sindacale» non poteva dare il proprio assenso alle proposte presentate da Cai per queste due categorie. A puntualizzare e a spiegare, in questi termini, la linea tenuta dalla confederazione di corso Italia nelle ultime cruciali fasi della trattativa con la compagnia aerea italiana, è stato ieri il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, in una conferenza stampa. «Noi abbiamo firmato e firmeremo, se si rendesse necessario, quello che attiene alla nostra rappresentanza. Non firmiamo per chi non rappresentiamo almeno al 51%. C'è un problema di rispetto: non si può sottoscrivere un accordo se non si rappresenta la maggioranza dei lavoratori». «Le organizzazioni confederali — ha sottolineato Epifani — non rappresentano la maggioranza degli assistenti di volo». La trattativa con Cai si è arenata di fronte allo scoglio relativo ai problemi del personale di volo. «È chiaro che, in una compagnia aerea, vista la peculiare professionalità dei piloti ed assistenti di volo, è inimmaginabile prescindere da questi. L'azienda non può farne a meno». «La situazione — ha proseguito Epifani — è molto seria dopo il ritiro di Cai. Ma, pur essendo molto seria, serve un atteggiamento responsabile senza drammatizzazioni che non sono utili. Ora, il massimo impegno deve essere profuso per non far cadere la possibilità che Alitalia si salvi dal fallimento». E, ha ammonito il numero uno della Cgil, «in questo momento lo scaricabarile sulle responsabilità che hanno determinato il ritiro dell'offerta di Cai, responsabilità che, peraltro, sono state additate preventivamente non sono degne di un Paese civile». Epifani ha assicurato di non aver «mai visto una trattativa come quella che si è svolta in questi giorni, scandita da ultimatum quotidiani. Non si è mai lavorato sul merito dei problemi sui quali si sapeva che c'erano le distanze maggiori». Ad attestare il senso di responsabilità del sindacato per Epifani, è stata la decisione di condividere un piano che comportava un forte ridimensionamento degli organici. «Bisogna sapere e bisogna dire che questo sindacato ha detto sì a un piano che comportava pesanti ripercussioni sul piano occupazionale. Ma la Cgil non poteva però firmare quelle parti dei contratti che riguardavano i lavoratori che non rappresenta». «È stato un tentativo estremo — ha concluso Epifani — in cui ci siamo spesi fino all'ultimo, come del resto avevamo detto ieri al governo. Ora, di fronte al nuovo scenario che si dischiude con il ritiro dell'offerta di Cai è necessario che il governo percorra tutte le strade e ricerchi una soluzione in tutte le direzioni per evitare il fallimento della ex compagnia di bandiera. Perché il fallimento non è solo un dramma dei lavoratori ma è un problema del Paese. È il tempo in cui tutti devono usare la testa, chi ha la responsabilità la metta in campo per evitare il fallimento».

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