Alitalia può atterrare sui binari delle Fs
Berlusconi sarebbe pronto a tirar fuori dal cassetto un suo vecchio progetto: unire Alitalia con le Ferrovie dello Stato per far decollare l'intero settore dei trasporti. Nella nuova società la quota pubblica verrebbe diluita per permettere al capitale privato di avere la maggioranza. Insomma, una privatizzazione contemporanea di Fs e Alitalia per consentire al governo di non infrangere le regole Europee. Nessun aiuto di Stato, dunque, ma reperire le risorse private, anche straniere, per chiudere il cerchio è impresa ardua in una fase di crisi finanziaria internazionale come quella attuale. Così al momento l'ipotesi fallimento sembra la più probabile: Alitalia non ha più soldi in cassa, perde due milioni di euro al giorno e il commissario Fantozzi sarà costretto a portare i libri in tribunale. Una procedura che comunque può durare anche un paio d'anni e dunque consentire eventuali operazioni di salvataggio. Altrimenti Fantozzi venderà singolarmente gli asset come ad esempio alcuni slot. Una fine ingloriosa per quella compagnia che un tempo era il fiore all'occhiello del trasporto aereo. Alitalia verrà smembrata, pezzo dopo pezzo, per incassare i soldi da destinare non tanto al funzionamento del servizio aereo ma da dirottare al pagamento dei debiti con i fornitori. Meglio allora una seconda opzione: la vendita in blocco agli stranieri. In pole position ci sarebbe la tedesca Lufthansa tanto che un suo portavoce ieri ha ammesso di «osservare con grande interesse» la vicenda Alitalia. Oppure Air France-Klm, British Airways o Aeroflot. Senza dimenticare le compagnie asiatiche. Insomma, la sensazione è che se adesso un credibile acquirente straniero si presentasse alla porta troverebbe la strada spianata. Resta, però, un ostacolo insormontabile: Silvio Berlusconi. Che ha fatto dell'italianità di Alitalia una questione di principio. E il premier sogna in grande.