Meloni: «Non cadiamo nel tranello della sinistra»

È l'invito che Giorgia Meloni, ministro delle Politiche giovanili e leader storica di Azione Giovani, rivolge ai ragazzi del movimento in una lettera sito che serve a mettere un punto definitivo alle polemiche, in particolare quella recente del presidente di Ag di Roma Federico Iadicicco «Ero convinta - dice Meloni - che il comportamento di migliaia di ragazzi nell'incontro con il presidente Fini ad Atreju avesse rivelato alla politica e al mondo dell'informazione qualcosa di più del nostro modo di essere e di pensare. Così non è stato. Così non si è voluto che fosse». scrive la Meloni. «Non cadete nel tranello - è l'invito - Siamo stati e restiamo gente che crede nella libertà, nella democrazia, nell'uguaglianza e nella giustizia. Siamo quelli che ogni giorno consumano i migliori anni della propria gioventù per difendere questi valori, al punto che, se oggi qualcuno si mettesse in testa di reprimerli, noi li difenderemmo con la vita. Sono i valori sui quali si fonda la nostra Costituzione e che sono propri anche di chi ha combattuto il fascismo. Certo - prosegue Meloni - c'è stato anche un antifascismo "militante" in nome del quale sono stati uccisi presunti fascisti e anche antifascisti, sono stati infoibati vecchi, donne e bambini, sono stati eliminati ragazzi di sedici anni che avevano come unica colpa quella di far parte della nostra organizzazione. Certo, ancora oggi, in nome dell'antifascismo "militante" ad alcuni di noi viene impedito di andare a scuola, all'università, al cinema». Ma anche Fini «ha operato questa distinzione». «Noi rifiutiamo ogni forma di violenza, oppressione e intolleranza», dice ancora il ministro. E avverte: «Guai a offrire pretesti a una sinistra terrorizzata dall'impossibilità di utilizzare ancora contro di noi quella carta jolly rappresentata dall'accusa di fascismo. E adesso, per favore, basta con questa storia del fascismo e dell'antifascismo. Non ne posso più di parlare di fascismo e antifascismo, e non intendo farlo ancora. Voglio fare altro, occuparmi di questo presente e di questo futuro. Come ognuno di voi, voglio fare politica nell'Italia di oggi, per dare una speranza all'Italia di domani. Tutto il resto è noia». Parole che hanno suscitato soddisfazione nella comunità ebraica, perché - sottolinea Daniele Nahum, presidente dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia - pongono fine alle polemiche di questi tultimi giorni.