La Corte dei Conti indaga sul crac dell'Alitalia
Nel testo si legge che la la magistratura contabile «ha in corso accertamenti diretti ad acquisire elementi in ordine alle modalità con le quali è stata gestita la quota di partecipazione dello Stato in Alitalia spa, con riferimento ai criteri di sana gestione aziendale, a tutela dell'integrità del patrimonio pubblico». Nel mirino è finita anche la minisanatoria decisa dal decreto di fine agosto con il quale si sollevano dalle responsabilità gli amministratori dal 18 luglio 2007 sino alla data di entrata in vigore del provvedimento. Infatti l'indagine, scrivono i magistrati contabili, è stata avviata anche «in considerazione del preminente interesse pubblico alla necessità di assicurare il servizio pubblico di trasporto aereo passeggeri e merci in Italia, in particolare nei collegamenti con le aree periferiche», come si esprime il comma 1 dell'art. 3 del decreto legge 28 agosto 2008, n. 134. Di qui la richiesta a Tremonti, in quanto azionista, è chiamato a fornire un po' di materiale. Il ministro dell'Economia è invitato «a riferire, allegando la occorrente documentazione, in ordine alle direttive che il ministero dell'Economia e delle Finanze, in relazione al suo ruolo di titolare delle partecipazioni statali nell'Azienda, ha emanato nell'ultimo quinquennio ed ha indirizzato al rappresentante del Ministero nell'assemblea ed agli organi societari». Insomma il Tesoro dovrà spiegare che cosa ha fatto per evitare il crac, quali direttive ha inviato ai suoi rappresentanti nel consiglio di amministrazione, quali iniziative ha preso per evitare il peggio. E la Corte dei Conti non sembra volersi accontentare della solita relazioncina preparata dagli uffici preposti in tono burocratese. Chiede tutto. «Dovranno essere allegati, altresì, - viene specificato nella lettera - elaborati, comunque denominati (appunti, studi, certificazioni, ecc.) dei quali il Ministero si sia avvalso per definire strategie di gestione della partecipazione azionaria di cui trattasi». Non è una iniziativa contro Tremonti o contro il piano di salvataggio. Piuttosto è un'inchiesta per capire per quale ragione si è dovuti arrivare a un salvataggio. Che cosa ha provocato l'affondamento? Appena una settimana fa era stato il procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, ad intervenire. Questa volta per destare «viva preoccupazione» a proposito dello stesso decreto nella parte che modifica la legge Marzano per consentire il salvataggio di Alitalia. L'auspicio dle procuratore generale era affinché il Parlamento, in fase di conversione del decreto legge, «si possa far carico di una intensa riflessione sulla norma derogatoria». Secondo il procuratore generale dalla Corte dei conti il segnale che arriva è «in controtendenza e poco rassicurante per i contribuenti». Anche il quel caso si metteva sotto accusa Inoltre l'esclusione della responsabilità amministrativa-contabile di amministratori, dirigenti, revisori dei conti e pubblici dipendenti, prevista dal decreto legge sulla ristrutturazione delle grandi imprese in crisi. Una sanatoria che secondo Pasqualucci «delinea una poco comprensibile deroga a principi universali di buona e corretta amministrazione e, al di là di considerazioni tecniche di coerenza costituzionale, non può che destare viva preoccupazione». A questo punto è probabile che ci sia anche un risvolto di natura penale. La Procura regionale della Corte dei Conti ha infatti inviato anche una lettera cautelativa alla Procura della Repubblica in modo da coordinare eventuali azioni.